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Recensione Birthdays the Beginning

di: Luca Saati

Giocando si può sempre imparare qualcosa, il medium videoludico ha dimostrato in più di un’occasione di essere capace di insegnare qualcosa e di far appassionare i giocatori alla storia, scienza e non solo. Ideato da Yasuhiro Wada, creatore di Harvest Moon, e sviluppato da Arc System Works e Toybox, con Birthdays the Beginning andiamo a scuola di storia ripercorrendo le tappe fondamentali dell’evoluzione del nostro pianeta a partire dalla nascita della prima forma di vita.

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Il primo dinosauro non si scorda mai

La storia di Birthdays the Beginning vede il protagonista trovare una mappa nella libreria del nonno. La mappa lo spinge a recarsi nel luogo indicato dove trova una luce che lo porta dentro una grotta in cui sembra nascondersi un’altra dimensione. Qui facciamo la conoscenza di Navi, una divinità capace di creare mondi. La narrativa è solo un semplice pretesto per affrontare una manciata di episodi in cui rivivremo la storia dell’evoluzione del pianeta.

Birthdays the Beginning può rientrare tranquillamente nel genere dei god game in cui plasmeremo il terreno innalzandolo o abbassandolo. Creando montagne la assistiamo a un abbassamento della temperatura, mentre creando fiumi e mari c’è un aumento dell’umidità con le temperature che si alzano di conseguenza. Queste modifiche portano a ripercussioni importanti sulla nascita di nuove forme di vita sul pianeta visto che ognuna richiede di precise condizioni per vedere la luce con alcune creature che possono estinguersi mentre altre possono nascere.

Il gameplay del gioco si divide in due parti: micro e macro. Nella prima bisogna occuparsi della già citata morfologia del terreno che richiede i punti vita e nel fotografare le varie creature nate sul nostro pianeta. Il sistema di controllo è piuttosto semplice con l’alzamento o abbassamento del terreno demandato al tasto dorsale e al grilletto destro, l’indicatore alla levetta sinistra e ovviamente la visuale alla levetta destra. L’unico problema di questa parte è la gestione della telecamera che talvolta fa un po’ i capricci. Nella fase macro invece si assiste allo scorrere del tempo con il mondo che reagisce ai cambiamenti che abbiamo effettuato sul terreno. In questa fase possiamo recuperare i PV o in alternativa possiamo spenderli per velocizzare ulteriormente lo scorrere del tempo.

Per velocizzare lo sviluppo del gioco potete sfruttare una serie di oggetti che è possibile raccogliere mano a mano. Questi consentono ad esempio di accelerare la mutazione di una specie o di innalzare o abbassare le temperature senza toccare minimamente la morfologia del terreno. Gli sviluppatori però non hanno saputo bilanciare come si deve questo aspetto in quanto spingono fin troppo i giocatori a utilizzare gli oggetti piuttosto che aspettare la naturale evoluzione nella sezione macro che richiede un’attesa talvolta davvero estenuante.

Oltre alla modalità storia, Birthdays the Beginning propone altre due modalità: Sfida e Gioco Libero. In Sfida bisogna raggiungere una serie di obiettivi sottostando a condizioni molto precise, mentre nella seconda modalità possiamo giocare senza vincoli sbizzarrendoci nel creare il nostro mondo ideale.

Semplice e colorato dal punto di vista grafico, tuttavia Birthdays the Beginning poteva fare di più. La conta poligonale infatti è piuttosto bassa e il frame rate soffre un pochino quando la popolazione raggiunge una densità elevata. Poco da dire sul comparto sonoro che presenta suoni che dimenticherete ben presto. Chiudiamo segnalandovi la presenza dei testi in italiano.

Commento finale

Birthdays the Beginning è un giochino piacevole ma che purtroppo si esaurisce in poco tempo a causa della sua ripetitività. Per tutto il tempo infatti non farete altro che modificare il terreno, passare alla zona macro per recuperare i PV, modificare di nuovo il terreno e aspettare la nascita di nuove specie. Manca insomma alla nuova creazione di Yasuhiro Wada un po’ di profondità capace di arricchire l’esperienza di gioco. Consigliato se siete alla ricerca di un gioco poco impegnativo con cui passare qualche ora in completa spensieratezza.