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Recensione Beyond Blue

di: Federico Lelli

L’oceano è un’ambiente che vive delle sue regole, con una fauna che può esistere solo in determinate condizioni ed è l’ultima frontiera parzialmente inesplorata che abbiamo sul pianeta. Quindi è normale che ispiri contenuti informativi di ogni tipo, non ultimo Beyond Blue, il titolo di E-line Media che stiamo per vedere.

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Oltre il blu

Ambientato in un futuro non troppo lontano Beyond Blue ci mette nei panni di Mirai, scienziata marina in isolamento nelle profondità, che sarà il nostro occhio subacqueo e l’avatar che ci permetterà di muoverci e scoprire l’universo sottomarino. In quello che potrebbe essere definito più come uno swimming simulator educativo ci troviamo quindi ad assistere ad un parto di capodoglio e, tracciando e seguendo il nascituro e la sua famiglia, noteremo alcune stranezze nelle vastità oceaniche che ci riveleranno altri “profondi” segreti.

Nella premessa futuristica troviamo già una prima giustificazione all’interfaccia, che ci mostra in realtà aumentata informazioni sui vari pesci e mammiferi acquatici, in un gioco che di ludico ha ben poco se non quello di nuotare, catalogare, scansionare e seguire gli obiettivi che ci vengono proposti. Sono 8 le missioni a disposizione, differenziate spesso per ovvi motivi più dalla fauna che dall’ambientazione, tra un tuffo e l’altro possiamo rilassarci a bordo del nostro sottomarino che farà da hub di gioco: con una colonna sonora molto curata a fare da sottofondo, possiamo controllare le nostre email e capire alcune dinamiche tra i vari personaggi o guardare dei mini documentari che vengono sbloccati mano a mano e che sono a tema con l’ultima missione compiuta. Se la parte videoludica non brilla particolarmente c’è almeno la parte narrativa, con un cast di doppiatori di tutto rispetto che ci aiuta a “immergerci” nella storia raccontata.

Anche visto come un prodotto da infotainment si fa fatica a giustificarlo pienamente: la parte documentaristica tra un episodio e l’altro è interessante ma composta da filmati e interviste troppo brevi per mettervi comodi sul divano, mentre la parte all’interno del gioco è quasi tutto nozionismo poco utile che ci viene spiattellato dopo le scansioni o, in piccola percentuale, interazione con alcuni esemplari con animazioni specifiche che, purtroppo, non godono di un dettaglio impressionante.

Dal punto di vista tecnico infatti troviamo ambienti che sicuramente non ci colpiscono per qualità o quantità di risorse, soprattutto su console: animazioni e modelli 3D sono accurati ma non stupiscono, gli effetti sono il minimo sindacale con una direzione che appiattisce tutto oltre a diversi limiti tecnici come problemi di framerate e stuttering vari. Da una produzione indipendente non ci saremmo aspettati schermate degne di un salvaschermo ad ogni frame ma un ambiente così suggestivo come l’oceano poteva sicuramente offrire di meglio, invece che rendere tutto solamente “blu”.

Beyond Blue alla fine non sostituisce l’esperienza videoludica, perché le sue parti interattive sono quasi più tediose che divertenti, non integra a sufficienza con la parte informativa e ci lascia solo con la parte narrativa, che non lascia spazio a troppa longevità. Per quello che è un “non gioco” diamo quindi un “non voto”: l’impressione è che se la vostra passione è quella dell’oceano allora avrete sicuramente alcune ore di intrattenimento da questo titolo, per gli altri probabilmente è più consigliato un vero documentario, ne uscirete più appagati e probabilmente anche più divertiti.