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Recensione Beholder: Complete Edition

di: Federico Lelli

Carl Stein ha finalmente avuto l’opportunità di una vita: diventare osservatore (il Beholder del titolo) di un palazzo per conto del ministero, una posizione di rilievo in uno stato totalitario che tutto vede e che agisce sui cittadini solo tramite repressione e controllo. I siberiani Warm Lamp Games non vanno lontano, né geograficamente né storicamente, per trovare un’ispirazione dove ambientare il loro titolo, che arriva su console dopo due anni dall’uscita su pc.

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Mors tua, Vita mea

La visione che si presenta davanti a Carl Stein e alla sua famiglia appena arrivati nel condominio da amministrare non è delle migliori: il precedente osservatore è infatti rimosso dal suo incarico e portato via con la forza, mentre tutte le responsabilità del suo lavoro, insieme alle aspettative della nazione, cadono tutte sulle nostre spalle.

Nell’introduzione, con un tutorial che volendo possiamo anche saltare, facciamo conoscenza con quello che si aspetta da noi il ministero e con le pratiche del nostro lavoro, che si può paragonare ad una specie di portinaio con qualche potere (e dovere) aggiuntivo. Quindi sarà nostro compito gestire la manutenzione del palazzo e i bisogni dei nostri inquilini, senza però dimenticare la nostra incolumità e, in maniera prioritaria, le esigenze di controllo del governo che ci ha messo in quella posizione.

In termini di gameplay la cosa si traduce in un gioco ibrido che mischia diversi elementi dove i più preponderanti sono: il gestionale per l’amministrazione del palazzo e delle risorse a disposizione e un sistema che si avvicina all’avventura grafica per la risoluzione delle varie missioni. Il tutto in una corsa contro il tempo continua, visto che ogni obiettivo avrà quasi sempre una scadenza precisa.

Gestire le proprie risorse di tempo e di denaro sarà infatti fondamentale in un gioco dove in ogni momento rischiamo di perdere tutto, vuoi per una spesa improvvisa, vuoi per uno screzio con qualche inquilino. A nostra disposizione avremo quindi dei mezzi più o meno legali; come scoprire informazioni sugli abitanti parlandoci o entrando nelle loro case quando non ci sono, spiandoli addirittura dal buco della serratura o con l’uso di telecamere, per poi ricattarli con quello che sappiamo e infine fare rapporto al ministero o denunciarli per attività più o meno sovversive e guadagnarne quindi in bonus di fedeltà al governo.

Al primo playthrough Beholder sarà probabilmente un’esperienza difficile per molti giocatori, sia per i dilemmi morali sia per il tipo di sfida che presenta. Andando avanti capiremo che ogni azione comporta delle conseguenze anche a lungo termine e che per proseguire senza perdite importanti bisogna lavorare duro sin dall’inizio della campagna.

A differenza dello stile artistico, caratterizzato da silhouette minimali ma sempre molto chiare e immediate, non ci sono bianchi e neri nelle scelte etiche di questo titolo anzi, tutto si impasta in un grigio plumbeo che allo stesso tempo copre anche il cielo, quasi ad indicare come l’intero stato si trovi sommerso in una cappa di dubbia moralità.
Molto spesso ci troveremo infatti a dover scegliere tra la vita o la libertà di un nostro familiare rispetto a quella di un inquilino: a volte in maniera indiretta per mancanza di soldi o tempo, a volte in maniera diretta quando una scelta influisce su più fattori.

Questa ragnatela di cause e conseguenze, unita al numero di approcci con cui possiamo completare i vari obiettivi premia sicuramente la rigiocabilità del titolo anche dopo l’ennesimo fallimento ma, allo stesso tempo, si porta dietro il problema che per arrivare in fondo molto spesso dovremo ripetere alla nausea le parti iniziali in un trial and error che a volte (in puro stile avventura grafica) segue anche qualche soluzione tutt’altro che intuitiva.

Non pone nessun ostacolo invece la mappatura del pad, convertita ottimamente dal mouse al pad, che ci permette di muoverci nel nostro edificio e di compiere tutte le azioni di gioco in maniera rapida e agevole.

Viene da pensare che Beholder: Complete Edition sia più interessante per quello che vuole dire rispetto al modo in cui lo dice, annacquando quella che poteva essere una buona riflessione sulla moralità e sulle scelte etiche in uno svolgimento a binario quasi forzato che va cercato sfidando un’estrema ripetitività di fondo. In questa edizione per console è incluso inoltre un dlc aggiuntivo: Sonno Beato, che fa più o meno da prequel alla storia di Carl e parla dell’osservatore che lo ha preceduto.