Recensione Beat Saber
di: Simone CantiniA partire dal 1997 sono stati milioni i ragazzini che si sono improvvisati cavalieri Jedi, utilizzando gli attrezzi più disparati, uniti alla consueta dose smisurata di fantasia. Poco importava che le lucenti spade laser avessero le fattezze di (quasi) innocui manici di scopa, improvvisati bastoni in plastica o agglomerati di mattoncini LEGO (l’ho fatto, lo confesso), quello che più importava era l’illusione di replicare le agili movenze di Obi Wan, Luke e tutti gli altri eroi che negli anni hanno ampliato la mitologia lucasiana. Potete solo immaginare, quindi, quale detonante effetto possa avere oggi, per chi è cresciuto cullato da simili illusioni, il lancio di Beat Saber.
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Usa la forza, nicknameacaso
Nonostante quanto scritto in apertura di recensione, Beat Saber non incarna il repentino avverarsi di un sogno coltivato sin da fanciulli, visto che i nostri Move non ci vedranno falciare orde infinite di innocui Stormtrooper. Sì, perché la produzione Beat Games non è altro che uno stilosissimo e divertente rhythm’game, in cui le lucenti lame serviranno per affettare, rigorosamente a tempo di musica, una serie di blocchi che ci verranno sparati contro, il tutto con configurazioni ritmiche e stilistiche sempre più complesse e martellanti. Il meccanismo ruota attorno a due colori, ciascuno legato ad una delle armi in nostro possesso, con le quali dovremo di volta in volta tranciare il cubo corrispondente, non senza che Beat Saber faccia di tutto per rendere il più complicata possibile tale azione. Di base basterà colpire l’oggetto in un punto qualunque per ottenere un minimo di punteggio, ma progredendo nella campagna (sviluppata in esclusiva temporale per la versione PSVR), verremo accolti da bersagli da dividere esattamente a metà, altri legati ad una particolare direzione di movimento, mentre alcuni ci mostreranno solo per una piccola frazione di secondo la loro natura, che dovremo memorizzare per non incorrere in spesso letali errori. Ecco, se questa abbondanza di possibilità ci venisse servita in quantità ridotte, oltre che alquanto lentamente, il divertimento finirebbe con lo scemare dopo pochissimo tempo. Beat Saber, però, riesce a presentare una curva di progressione dannatamente azzeccata, con un aumento graduale del numero di bersagli da tranciare che ci vedrà, dopo solo una manciata di prove, danzare come letali Hattori Hanzo virtuali in una caleidoscopica orgiaa di elementi bicolori, immersi in ambientazioni surreali che si muoveranno sotto il ritmo dei beat. Non mancheranno, inoltre, ostacoli da dover fisicamente evitare spostando il nostro corpo, obiettivi di punteggio da raggiungere e sezioni in cui superare il numero di errori concesso si tradurrà in un improvviso game over, ma senza che la frustrazione finisca per avere il sopravvento sul sano divertimento. Esaurita la campagna, comunque, Beat Saber saprà ampliare la propria permanenza nel cono ottico del vostro visore grazie alla modalità arcade originale, a cui si aggiunge la new entry del multiplayer locale, in cui i vari giocatori si alterneranno nel tentativo di ottenere il punteggio maggiore. Giunta in ritardo rispetto alla iniziale release per PC, Beat Saber ha saputo dunque farsi perdonate grazie ad una manciata di feature inedite, a cui si accompagnano 5 track mai sentite prima.
Chi ama la lama?
L’estetica della produzione non è certo il punto focale dell’esperienza, ma pur al netto di questa sua mancanza di centralità, bisogna dire che i ragazzi di Beat Games sono riusciti a proporre un colpo d’occhio quanto mai funzionale e calzante. È evidente, dunque, come il fiore all’occhiello sia costituito dalla giocabilità generale, che si attesta su livelli elevatissimi, grazie ad una precisa tracciatura dei due Move richiesti per giocare, capaci di restituire un feeling ludico eccellente e ricco di soddisfazioni. Pollici in alto anche per quanto concerne il versante audio, che può vantare una soundtrack elettronica capace di instillarsi con prepotenza nelle orecchie, oltre che accompagnare in modo quanto mai riuscito la mattanza di cubi colorati.
Beat Saber debutta su PSVR con qualche mese di ritardo rispetto al suo lancio originale, ma riesce a lenire questa attesa grazie ad alcuni contenuti temporalmente esclusivi capaci di amplificare con successo il suo già solidissimo gameplay. Affettare cubi colorati mentre si danza agili e letali in salotto, difatti, è un’esperienza galvanizzante e dannatamente divertente, capace di rendere la produzione Beat Games uno dei rhythm’game più riusciti degli ultimi anni. Stona un po’ il prezzo di vendita, forse leggermente fuori target, ma pur al netto di ciò l’acquisto non può che essere caldamente consigliato. Per lo meno a tutti coloro che sognano da sempre di entrare nelle fila dei cavalieri Jedi.