Recensioni

Recensione Beast Quest

di: Ulell

Adam Blade ha scritto libri fantasy dedicati soprattutto ad un pubblico giovane, e probabilmente gli sviluppatori di Beast Quest, ispirati dal successo di The Witcher, hanno voluto provare a guadagnarne altrettanto trasportando nel mondo videoludico i personaggi di Avantia, sbagliando però praticamente tutto.

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Game of Horror

Dopo aver provato Troll And I, mai la mia mente avrebbe immaginato che un gioco potesse fare addirittura di peggio, eppure questo Beast Quest è riuscito a stupirmi. Ed è anche per questo che questa recensione sceglie uno stile diverso, più discorsivo e privo di paragrafi che mi consente di spiegarvi in “un colpo solo” tutti i difetti di questo gioco. Parto dalla storia, ci troviamo catapultati nel mondo di Avantia senza un perché o un per come. Il nostro personaggio è praticamente Zelda senza il cappello e coi capelli scuri, ma per il vestiario e tutto il resto (compresa la forma dello scudo che ci verrà donato da uno stregone chiaramente ispirato a Gandalf) è praticamente lui. Guarda caso, il nostro personaggio è l’unico capace di salvare il mondo come previsto da una profezia (fatta da chi o da cosa, non viene raccontato) e dovrà incamminarsi nel mondo per cercare degli oggetti che ci permetteranno di portare a termine la nostra missione. Tutto qui, nient’altro da aggiungere sulla storia. Parlando dal punto di vista grafico poi, facciamo anche peggio. I villaggi di gioco sono fermi, tutti gli edifici non sono esplorabili e gli NPC sono privi di anima e pieni di una fissità che neanche le statue al museo delle cere hanno. Le subquest sono anonime e prive di mordente, e la mappa di gioco è poco variegata e anche i dungeon lo sono altrettanto. Per non parlare del motore grafico fermo agli anni 2000 e il nostro personaggio che avrà bisogno di una convergenza ai piedi, in quanto mentre cammina tenderà sempre a svoltare verso sinistra e ci troveremo costretti spesso e volentieri a correggere la corsa. Inoltre se faremo dei salti verso i muri invisibili, il nostro personaggio continuerà a salire fino a raggiungere il limite massimo per poi cadere di nuovo in basso. Il sistema di combattimento poi non fa altro che peggiorare le cose. Cercando di fare un mix fra combattimenti a turni e combattimenti action, gli sviluppatori hanno tirato fuori un guazzabuglio che rovina ancor di più la già pessima esperienza di gioco. Il nostro personaggio si potrà muovere solo su di un semicerchio che gira intorno agli avversari (poco variegati anch’essi, saranno una decina di base che poi sono via via colorati in maniera diversa), e potrà utilizzare solo due tipi di attacchi, uno veloce e uno potente, oltre a scegliere se evitare o parare i colpi nemici. Ma i nemici saranno talmente lenti che potremo vincere senza sforzo facendo un rapido mash-up sul tasto del colpo veloce, e se mai ci trovassimo in difficoltà ci basterà richiamare un nostro potente amico che in quattro e quattr’otto risolverà ogni battaglia.

Conclusione.

Come già detto all’inizio, Beast Quest è un gioco pieno di difetti. Purtroppo l’intenzione degli sviluppatori di portare i bambini nel fantastico mondo degli RPG è caduto totalmente nel vuoto, in quanto questo titolo allontanerà adulti e bambini dal pad, facendogli preferire qualsiasi altra attività.