Recensione Batman: Return to Arkham
di: Luca SaatiPoco più di un anno fa stavamo parlando di quel capolavoro chiamato Batman: Arkham Knight che ha chiuso una delle migliori trilogie videoludiche degli ultimi anni. Rocksteady non solo ha reso giustizia a uno dei supereroi più amati al mondo, ma ha anche cambiato il modo di concepire i tie-in. Così Warner Bros. Interactive Entertainment ha pensato bene di proporre una raccolta contenente i due capitoli sviluppati da Rocksteady con ovviamente una grafica rimasterizzata e tutti i contenuti aggiuntivi. Sì, avete letto bene, Batman: Return to Arkham contiene solo i due videogiochi di Rocksteady, ovvero Arkham Asylum e Arkham City, lasciando purtroppo fuori Arkham Origins, titolo non apprezzato da tutti per il suo gameplay troppo simile ai due giochi sopracitati che però poteva vantare uno storytelling di grande livello. Davvero un peccato la sua mancanza, potevamo avere la raccolta definitiva di Batman e invece ci manca un pezzo, anche se è giusto sottolineare che è completamente slegato narrativamente dai capitoli di Rocksteady.
Il fascino del manicomio
Come da tradizione per un remastered, iniziamo con il parlare del comparto grafico. I lavori sulla rimasterizzazione dei due videogiochi sono stati affidati ai ragazzi di Virtuous. Il team non è nuovo a questo tipo di lavori, suoi sono infatti i lavori sui remastered Heavy Rain, Final Fantasy X e X-2 e il XII in uscita all’inizio del prossimo anno. La software house ha svolto davvero un ottimo lavoro rendendo i due videogiochi molto più moderni e al passo coi tempi da un punto di vista visivo. Prima cosa importante è stato il passaggio dall’Unreal Engine 3 al 4. La risoluzione è stata portata a 1080p che ha portato un’immagine più pulita e nitida con tanto di texture più dettagliate. Il risultato sono ambientazioni molto più vive, a trarne maggiormente vantaggio in tal senso è Arkham Asylum con il manicomio che trasmette maggiormente quel senso di pazzia che lo caratterizza. Ottimo lavoro svolto anche sugli effetti particellari e sull’illuminazione. Più curati anche i modelli poligonali dei personaggi principali mentre quelli secondari non hanno ricevuto la stessa attenzione. Unica nota dolente del comparto tecnico sono i 30 fotogrammi al secondo con addirittura alcuni scatti inspiegabili in Arkham Asylum. Niente che vada a compromettere l’esperienza di gioco, ma trattandosi di prodotti rimasterizzati ci aspettavamo i 60 fps. Di grande livello invece il comparto audio con l’ottimo doppiaggio in italiano che riprende le voci dei Batman in versione animata e un’ottima colonna sonora.
“Benvenuto in manicomio!”
Rigiocare Arkham Asylum e Arkham City a diversi anni di distanza dalla loro uscita ci ha lasciato con le medesime sensazioni dell’epoca. Dal punto di vista del gameplay infatti i due giochi non sono invecchiati per nulla con il free flow system (inventato proprio dal Batman di Rocksteady) che funziona a meraviglia durante i combattimenti permettendo al Cavaliere Oscuro di danzare sul campo di battaglia. All’apparenza infatti il sistema si presenta molto accessibile e permette di avere la meglio sugli avversari con soli due tasti, eppure al suo interno presenta una profondità da non sottovalutare assolutamente, specie nelle fasi più avanzate dove tra gadget sbloccati e potenziamenti ci troviamo dinanzi a un ventaglio di combinazioni di tutto rispetto. In Arkham City poi il sistema di combattimento si è evoluto ulteriormente regalando ancora più soddisfazioni una volta padroneggiato al 100%. Batman è una macchina da guerra e non c’era sistema migliore per rappresentare le sue abilità in combattimento. Non ci dimentichiamo poi delle fasi stealth che permettono di sfoggiare i numerosi gadget dell’uomo pipistrello a partire dalla Detective Mode che evidenzia i nemici presenti in zona. A tal proposito è giusto citare anche le sequenze d’investigazione in cui Batman cerca indizi e segue le piste come il migliore dei Detective.
Arkham Asylum inizia con Batman che porta al celebre manicomio di Gotham City la sua più grande nemesi, il Joker. Qualcosa però non quadra, Joker si è fatto catturare troppo facilmente e qualcosa sta architettando. Neanche il tempo di pensarlo che il pagliaccio criminale si libera prendendosi possesso dell’intero manicomio. Ben presto Batman si renderà conto che si nasconde un grande pericolo dietro il piano del Joker, tuttavia fermarlo non sarà un’impresa facile visto che nel manicomio troviamo tanti criminali, tra cui anche pezzi da novanta come Bane, Killer Croc e Poison Ivy, giusto per citarne qualcuno. Arkham Asylum è caratterizzato da un incedere piuttosto lineare, la storia cattura e rende onore ai fumetti del Cavaliere Oscuro.
Lo stesso possiamo dirlo anche per Arkham City, anche se è giusto sottolineare un’impostazione più aperta e meno lineare rispetto al suo predecessore. Sono passati 18 mesi dagli eventi di Arkham Asylum, l’ex-direttore del manicomio di Arkham è diventato sindaco di Gotham City e ha deciso di sostituire la prigione di Blackgate e lo stesso manicomio con Arkham City, una città prigione che rinchiude al suo interno tutta la feccia di Gotham City. Per dare vita alla città di Arkham è stato preso il quartiere della vecchia Gotham il cui perimetro è caratterizzato da imponenti mura con alla sicurezza un corpo paramilitare chiamato Tyger. A far discutere ancora di più è la decisione di mettere come direttore di Arkham City il Dottor Hugo Strange. Batman non può stare a guardare e dopo essersi infiltrato in Arkham City scoprirà che Strange sta tramando un pericoloso piano chiamato Protocollo 10. La città prigione è colma di criminali, tra cui Due Facce, il Pinguino e altre sorprese che non vogliamo rovinarvi, e anche qualche alleato come Catwoman (personaggio giocabile durante la storia grazie all’apposito DLC incluso nella raccolta). Come dicevamo in precedenza, Arkham City abbraccia la struttura open world con tanto di quest secondarie e una missione principale ricca di colpi di scena.
Commento finale
Batman: Return to Arkham è una raccolta di ottima qualità con al suo interno due dei migliori videogiochi della scorsa generazione. Il lavoro di rimasterizzazione è molto buono, peccato solo per la decisione di non inserire Arkham Origins e i mancati 60 fotogrammi al secondo. Se avete saltato i videogiochi di Batman all’epoca, adesso non avete più scuse per non indossare i panni del Cavaliere Oscuro. Se invece li avete già giocati, l’acquisto dipende solo dalla vostra voglia di rigiocarli. Se proprio vogliamo essere onesti, l’idea di rigiocarci l’intera saga a partire proprio da questa collection per poi chiudere in grande con Arkham Knight ci stuzzica non poco.