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Recensione Badland: Game of the Year Edition

Ecco, sapevo che prima o poi anche io avrei superato il limite. E lo dico così, in apertura, solo per non lasciare spazio a fallaci interpretazioni. E mi scuso sin da ora con Badland: Game of the Year Edition, che ha come unica colpa quella di essere l’ennesimo di una infinita lista, fatto che lo sta per portare ad essere, ai miei occhi, un quasi incolpevole capro espiatorio. Comunque attenzione che ho scritto quasi…

di: Simone Cantini

Ecco, sapevo che prima o poi anche io avrei superato il limite. E lo dico così, in apertura, solo per non lasciare spazio a fallaci interpretazioni. E mi scuso sin da ora con Badland: Game of the Year Edition, che ha come unica colpa quella di essere l’ennesimo di una infinita lista, fatto che lo sta per portare ad essere, ai miei occhi, un quasi incolpevole capro espiatorio. Comunque attenzione che ho scritto quasi…

Ultimo della specie

Magari Frogmind non si aspettava neppure di far saltare il banco quando, solo pochissimi anni fa, rilasciava il suo Badland su dispositivi iOS. Eppure il suo side scrolling puzzle gestito tramite gli imprescindibili input tattili fu un successo planetario, successo che ha portato il puccioso Clony e i suoi gemelli ad approdare anche su di uno spropositato numero di dispositivi, tra i quali ritroviamo le attuali console da salotto. Ovviamente riproporre pedissequamente l’esperienza mobile sarebbe stato decisamente un colpo basso per la ben più tartassata (economicamente parlando, sia chiaro) nuova utenza. Ecco quindi che il team ha visto bene di quadruplicare l’offerta contenutistica in Badland: Game of the Year Edition, inserendo livelli inediti, seppur dalla qualità altalenante, oltre ad una modalità multigiocatore locale. Peccato che questa cura ingrassante abbia fatto lievitare sensibilmente anche il prezzo, ma questa non è certo una novità quando si parla di operazioni simili. A rimanere immutato è il gameplay, il quale ci vedrà impegnati a far fuggire il nostro Clony da ambienti a scorrimento orizzontale irti di trappole ed ostacoli vari. Per farlo dovremo utilizzare lo stick sinistro, ovviamente per direzionarlo, in collaborazione con il pulsante demandato a gestire il battito delle sue ali. Il tutto mentre il livello scorre inesorabilmente, rendendo di fatto letali le pause di riflessione. Immutata anche la possibilità di suddividersi in cloni, indispensabili per venire a capo di alcuni enigmi ambientali, oltre alla possibilità di ingrandirsi e rimpicciolirsi, status che potranno semplificare oppure ostacolare il nostro incedere. Orbene, ma il tutto funziona anche su grande schermo? La risposta è positiva, ma i motivi del mio disappunto iniziale risiedono altrove, non certo in una imprecisa e raffazzonata conversione. Il problema di fondo di Badland: Game of the Year Edition consiste proprio nel suo essere fortemente identico alla versione mobile e, magari sarò strano io, onestamente inizio ad essere stufo di questi gameplay nati per essere fruiti in maniera portatile e riproposti in scala 1:1 sul grande schermo. Un’esperienza concepita per essere mordi e fuggi, almeno per me, non ha ragione di esistere su macchine il cui scopo, visto come sono state presentate e quanto costano, dovrebbero fornire esperienze di ben altro spessore e profondità. E invece simili produzioni, che in passato rappresentavano sporadiche eccezioni, stanno diventando una sempre più fitta realtà, rendendo le nostre amate home console più simili a scomodi ed ingombranti tablet piuttosto che modesti personal computer dedicati al gaming puro.

Caos minimale

A beneficiare del passaggio sul grande schermo, pur rimanendo immutato, è stato l’aspetto grafico di Badland: Game of the Year Edition che, grazie al suo mix riuscito di elementi cari al celebre Limbo, ci restituisce un colpo d’occhio senza dubbio gradevole. A corroborare la cornice stilistica ci pensa, inoltre, la colonna sonora che, seppur minimalista, ben accompagna le avventure di Clony. Decisamente da rivedere il comparto multigiocatore che, sia sul versante competitivo che su quello cooperativo, è parso decisamente sofferente a causa della caoticità della scena, fattore che rende complessa la gestione del proprio personaggio.

Prima di salutarvi devo porgere le mie scuse a Badland: Game of the Year Edition. Lo faccio perché, come detto in apertura, l’ho solo sfruttato come trampolino per criticare un modus operandi dell’attuale industria videoludica che mi lascia sempre più basito ogni giorno che passa. Sì, il gioco in questione è carino, ma onestamente non è quello che io, da giocatore figlio della generazione 8 bit e delle sale giochi, desidero godermi spaparanzato davanti alla mia televisione ad alta definizione. Se Badland vi è piaciuto in mobilità, al punto da desiderare ardentemente di sperimentare i nuovi livelli, magari un pensierino su questa nuova edizione vi consiglio di farlo. Se invece, come il sottoscritto, ritenete che i titoli mobile debbano rimanere rigorosamente confinati dentro i lucidi confini di uno schermo touch, sentitevi pure liberi di volgere il vostro portafogli altrove. Senza voltarvi indietro.