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Recensione Attack on Titan: Wings of Freedom

di: Luca Saati

Prima di iniziare questa recensione mi (si, ogni tanto capita mi capita di parlare in prima persona in una recensione ma è solo per questa prefazione e poi si torna al plurale maiestatis) sembra doveroso fare una premessa. Non conoscevo Attack on Titan, o meglio ne conoscevo la sua fama (complici anche le tante news che ci hanno accompagnato dall’annuncio al lancio del videogioco), ma non avevo mai letto il manga e neanche avevo visto l’anime. Per esigenze redazionali il gioco mi viene assegnato e lo inizio con l’intenzione di accompagnarci in contemporanea la visione della prima stagione dell’anime. Dopo un paio di ore di gioco però la curiosità sulla storia dei giganti e dei suoi oppositori inizia a impossessarsi di me e in men che non si dica mi ritrovo a mettere in pausa le mie sessioni di gioco per dedicarmi solo all’anime. Il risultato? I 25 episodi dell’anime li ho divorati in due giorni appassionandomi puntata dopo puntata come non mi accadeva da molto tempo con una serie animata giapponese. Ritorno così sul videogioco pubblicato da Koei Tecmo notando come gli sviluppatori di Omega Force siano stati piuttosto bravi nel riproporre con fedeltà gli eventi che soltanto poco prima mi avevano emozionato. Il fan-service è servito (perdonate il mio gioco di parole) e non è mai stato così bello.

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Le ali della libertà

Mikasa
Sempre emozionante rivivere momenti del genere

Attack on Titan: Wings of Freedom racconta i fatti della prima (e al momento unica) stagione dell’apprezzato anime basato sul manga di Hajime Isayama. La storia vede la razza umana sull’orlo dell’estinzione dopo l’attacco di giganti che si nutrono di essere umani. Per difendersi da queste creature, gli uomini si sono rifugiati in una zona fortificata protetta da tre mura alte ben 50 metri e disposte a cerchi concentrici: Wall Marie è il muro esterno che protegge la zona agricola, Wall Rose è quello di mezzo che protegge la zona commerciale e infine Wall Sina posto nella parte più interna a protezione della zona amministrativa e della corte dei re. L’umanità riesce così a trovare una pace per un intero secolo ed è proprio in questo momento di apparente tranquillità facciamo la conoscenza di uno del protagonista Eren Jaeger e dei suoi comprimari Mikasa Ackermann e Armin Arlert. La pace viene interrotta dall’apparizione di un gigante colossale e di uno corazzato che riescono a sfondare Wall Marie e far entrare un esercito di giganti che sterminano un quinto degli umani ancora in vita. Quelli sopravvissuti si rifugiano all’interno di Wall Rose, qui i tre protagonisti decidono di arruolarsi nell’esercito per vendicarsi.

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Spider-Man fa un baffo ai soldati di Attack on Titan

Proprio da questo momento inizia la campagna singleplayer del videogioco di Omega Force rinominata Attack Mode. Il gioco ripercorre fedelmente la storia dell’anime approfondendo alcuni aspetti e offrendoci una piccola anticipazione di quello che ci aspetta nella seconda stagione in uscita il prossimo anno. La campagna ci permette di controllare a turno i tre personaggi citati poco sopra e Levi Ackerman, ufficiale dell’Armata Ricognitiva nonché miglior soldato dell’esercito. I quattro personaggi si controllano tutti allo stesso modo, a differenziarli sono le loro abilità in combattimento, Levi ad esempio può compiere un possente attacco rotante per eliminare i nemici, Armin invece può impartire ordini ai compagni per effettuare attacchi coordinati. Ognuno è dotato dell’attrezzatura fondamentale per combattere i titani che consiste in un dispositivo per il movimento tridimensionale alimentato a gas e di una coppia di spade. In pratica tramite la pressione di un tasto è possibile sparare due arpioni che si agganciano agli elementi dello scenario che vi permettono di muovervi velocemente nella mappa di gioco come dei novelli Spider-Man. Il dispositivo però non si rivela fondamentale solo per spostarsi da una parte all’altra della mappa ma anche per combattere i giganti visto che è necessario arpionarli per poi avventarsi su di loro. Quest’ultimi hanno un solo punto debole situato poco al di sotto della loro nuca, con il movimento tridimensionale quindi bisogna arrivare alle spalle dei temibili avversari e colpirli proprio nel loro punto debole.

Mikasa Battle
Puntare alla nuca e tagliuzzare

Una meccanica all’apparenza semplice che però durante le circa 8-10 ore richieste per la campagna singleplayer rivela una certa profondità. I titani possono essere eliminati con un solo colpo ben assestato, per farlo però bisogna tenere conto di diversi aspetti come il livello del gigante e la potenza del colpo che varia in base a diversi fattori come la velocità, la qualità della propria arma e l’abilità del proprio personaggio. Riuscire a colpire la nuca però non è un compito così semplice visto che è titani più grossi sono in costante movimento per rallentarli entra in gioco un sistema di smembramento degli arti utile per indebolire i nemici. In pratica prima di scagliarci sul punto debole possiamo puntare alle braccia o alle gambe, tagliare gli arti è un’operazione che rende inermi e più vulnerabili i giganti visto che non saranno più capaci di camminare e attaccare. Utilizzando le spade e il movimento tridimensionale consumiamo le lame e il gas che una volta esaurite rendono i nostri attacchi praticamente nulli. Per fortuna nello scenario di gioco troviamo alleati di supporto che ci riforniscono di nuove spade e bombole di gas. In casi di emergenza possiamo anche attivare la classica abilità speciale che ci rende più forti per qualche secondo.

Nel titolo di Omega Force troviamo anche un sistema di crafting che permette di costruire nuovi equipaggiamenti o di potenziare quelli già in possesso. Smembrando gli arti dei titani e completando le missioni otteniamo dei materiali preziosi da utilizzare presso l’apposito venditore. Quest’ultimo ci propone una serie di progetti tra nuove spade, nuovi arpioni e nuovi dispositivi a gas ottenibili spendendo gli appositi crediti e gli appositi materiali. Ogni equipaggiamento ha la sua peculiarità, ad esempio abbiamo spade più potenti, altre più resistenti e così via. Troviamo anche altri due venditori, uno che permette di acquistare nuovi materiali mentre un altro di acquistare un nuovo cavallo utile in quelle mappe più aperte dove il movimento tridimensionale è impossibile da utilizzare. Il sistema economico e di crafting sono una piacevole aggiunta che arricchiscono l’esperienza di gioco.

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Prima di ogni missione possiamo dialogare con i personaggi e potenziare l’equipaggiamento

Dove Attack on Titan: Wings of Freedom pecca però è nella struttura delle missioni poco variegata che dopo poche ore ha detto praticamente tutto e rende il gioco alla lunga molto ripetitivo. Durante i vari livelli ci troviamo dinanzi a quest principali e secondarie (segnalate dal colore verde) che però si risolvono sempre allo stesso modo: sterminare quanti più giganti possibili. A una scarsa varietà di situazioni inoltre si aggiungono alcuni problemi nella gestione della telecamera che negli spazi più ristretti fa spesso i capricci rendendo l’azione poco chiara. Nonostante queste criticità, Attack on Titan: Wings of Freedom si rivela nel complesso un’esperienza divertentissima grazie all’azione frenetica e il dinamico movimento tridimensionale che ci ha fatto godere come solo i migliori giochi di Spider-Man sono riusciti a fare.

Oltre all’Attack Mode giocabile in singleplayer, il gioco propone anche una modalità online cooperativa chiamata Expetidion Mode dove possiamo affrontare oltre sessanta missioni in compagnia di altri quattro giocatori. Qui possiamo scegliere di utilizzare uno dei personaggi in un roster composto da una decina di caratteri. Queste missioni non si rivelano mai troppo complesse e sono facilmente completabili anche in solitaria permettendo inoltre di sbloccare nuove quest della storia che, come detto qualche riga più sopra, fanno da antipasto all’attesa seconda stagione.

Titans, titans everywhere

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Il look particolare dei titani è riproposto con fedeltà

Tecnicamente Attack on Titan: Wings of Freedom presenta un comparto grafico molto piacevole grazie a un ottimo cel shading che rende giustizia all’anime. I modelli poligonali dei personaggi e dei titani sono realizzati con cura così come le loro animazioni. Le ambientazioni sono fedeli a quelle della serie animate ma purtroppo risultano abbastanza spoglie. Ci sono inoltre alcune texture non sempre curate, effetti di compenetrazioni poligonali, pop-in e pop-up.

Ottimo invece il comparto sonoro che propone le musiche dell’anime e il doppiaggio originale in giapponese. Da segnalare la mancata localizzazione in italiano, il gioco infatti presenta i testi solo nella lingua inglese. Chi conosce l’anime probabilmente non sentirà la mancanza dei sottotitoli in italiano, ma possiamo comprendere la delusione di quelli che la desiderano.

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Commento finale

Nonostante qualche criticità, Omega Force ha confezionato un prodotto molto divertente e fedele all’anime capace di superare le nostre aspettative. Siete fan di Attack on Titan? Acquistate il videogioco. Non lo siete? Recuperate prima l’anime (non ve ne pentirete) e poi fiondatevi sul gioco con ancora l’esaltazione provocata dal finale della prima stagione. Attack on Titan: Wings of Freedom è infatti l’emblema del fan-service, quel fan-service che ci piace, un titolo capace di fare la gioia degli amanti dell’opera di Hajime Isayama e allo stesso tempo capace di attirare una nuova schiera di appassionati come successo a chi ha scritto questa recensione.