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Recensione Asterix & Obelix XXXL: The Ram From Hibernia

di: Simone Cantini

Sono Pazzi Questi Romani, un claim quanto mai geniale ed ispirato, oltre che assai calzante, coniato da Marcello Marchesi, traduttore delle opere nate dalla fantasia (e della penna) di René Goscinny e Albert Uderzo, capace di renderci ancora più immortali Asterix, Obelix e tutti gli altri compagni di avventura. E ancora oggi siamo qua a ricordare le gesta dei due galli più famosi del pianeta, sebbene non si siano mai risparmiati di sbeffeggiare i nostri augusti antenati (essere campanilisti, dinanzi al genio, non è mai cosa saggia), segno evidente di come la forza dirompente di simili personaggi sia ancora viva e vegeta. Una potenza capace di travalicare, più di una volta, gli esili confini delle cartacee vignette, che è riuscita a trovare il suo giusto coronamento in una moltitudine di opere differenti, compresi i nostri amati videogames. E da quel 1983, che vide la prima incarnazione digitale del baffuto eroe, di acqua sotto i ponti ne è passata, ma nonostante tutto siamo ancora qua a parlare di lui e del suo inseparabile compagno di scorribande, che tornano come protagonisti di Asterix & Obelix XXXL: The Ram From Hibernia.

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I panni sporchi si lavano in famiglia

Tutto il mondo è paese, un adagio che non vale solo per noi mortali in carne ed ossa, ma si può tranquillamente applicare alle anime disegnate (sia cartacee che digitali). Ecco quindi che, spostandoci dall’antica Gallia in direzione dell’Ibernia, ovvero la nostra Irlanda, sia facile trovare un villaggio di autoctoni in grado di tenere in scacco le truppe dell’impero romano. Almeno fino a quando non viene rapito O’Kidokix, l’ariete portafortuna di Irishcoffix, il capo dell’agglomerato in questione. Fortuna vuole che nella citata Gallia dimorino i lontani cugini di costui, che vengono presto convocati per risolvere la problematica situazione. Ha così inizio Asterix & Obelix XXXL: The Ram From Hibernia, che vedrà la nostra amata coppia di guerrieri imbarcarsi in una nuova avventura, ovviamente a base di scazzottate ed umorismo. Oltre che di gustosi cosciotti di cinghiale. La trama imbastita dai ragazzi di Osome non brillerà certo per peculiari trovate artistiche degne di nota, ciò nonostante lo sfacciato umorismo che la permea, perfettamente in linea con il fumetto originale, non mancherà di strappare al giocatore più di un sorriso. Complici anche numerose citazioni davvero azzeccate. Non riscriverà certo i canoni del genere, ma il lavoro svolto in quanto a fedeltà è risultato davvero più che soddisfacente.

Saranno Pestati Questi Romani 

Rispetto al suo diretto predecessore, Asterix & Obelix XXXL: The Ram From Hibernia sceglie di cambiare immediatamente le carte in tavola, almeno per quanto riguarda la messa in scena: salutata la visuale libera a 360° della precedente incarnazione, difatti, ad accoglierci troveremo un impostazione dall’alto che, sebbene riesca a fornire una panoramica più ampia dell’area di gioco, a causa della distanza che separa la camera virtuale dai nostri avatar, finisce per rendere la definizione di personaggi e nemici sicuramente più incerta. A non cambiare è il mood generale dell’opera, che altro non è che un action/adventure, in cui il nostro dinamico duo dovrà farsi strada lungo 6 livelli differenti, portando scompiglio tra le legioni romane e risolvendo qualche enigma ambientale. E proprio attorno a questi ultimi ruoterà la possibilità di alternare, in qualsiasi momento, i due personaggi, azione indispensabile per poter attivare tutti i meccanismi che richiederanno lo sforzo congiunto della coppia galli. A tal proposito casca a fagiolo la possibilità di giocare in cooperativa (purtroppo soltanto in locale) assieme ad un massimo di altri 3 giocatori, così da rendere meno frustranti e più immediate le meccaniche di risoluzione dei puzzle. Per il resto nulla di nuovo sotto il sole, dato che ad accoglierci troveremo una sequela di scazzottate, basate sulla combo attacco normale/pesante, a cui si accompagnerà la classica mossa speciale (attivale al riempimento di un apposito indicatore) e la possibilità di utilizzare un gran numero di oggetti contundenti, ognuno dotato di peculiari caratteristiche. Il quadro bellico che emerge è estremamente semplice e, complice un tasso di sfida tarato assai verso il basso, siamo dinanzi al classico compitino. Invero anche un po’ troppo caotico quando giochiamo in cooperativa. A svettare, pertanto, saranno prevalentemente i vari enigmi, capaci di andare oltre il classico binomio porta/leva, ma proponendo anche numerose divagazioni accessorie, capaci di rappresentare un piccolo stimolo aggiuntivo. Peccato che, vista la natura della produzione, il comparto grafico esca profondamente ridimensionato a causa dell’impostazione di visuale scelta, che offre modelli di personaggi invero un po’ troppo piccoli per essere apprezzati a dovere. Molto buono, invece, l’audio, che può vantare un discreto doppiaggio in lingua inglese (con ovvi sottotitoli in italiano) ed una soundtrack sempre ben adeguata al contesto. Peccato che il codice di gioco sia afflitto da qualche piccola magagna che, in una manciata di occasioni, mi ha costretto a riavviare la partita per superare alcuni blocchi improvvisi. Buono il fattore rigiocabilità che, grazie alla presenza di alcune medaglie legate a delle peculiari sfide di tempo, punteggio ed altro, può vedere dilatato il risicato monte ore necessario a salvare O’Kidokix.

Alla fine della fiera, dopo le circa 5 ore necessarie a giungere ai titoli di coda, Asterix & Obelix XXXL: The Ram From Hibernia si porta a casa una sufficienza di misura, visti i limiti evidenti che minano in parte il nuovo lavoro firmato Osome Studio. Limiti che si circoscrivono attorno ad un concept ludico sin troppo semplice e prevedibile, che ha nella possibilità della cooperativa e negli enigmi tutto sommati interessanti i suoi maggiori punti di forza. Simpatia dei personaggi esclusa, ovviamente. L’avventura proposta, difatti, pur risultando solida nel suo complesso, manca di quel guizzo capace di fare davvero la differenza, soprattutto in un periodo caratterizzato da una mole di uscite, tra l’altro decisamente agguerrite, davvero impressionante. Quello che resta è un gioco onesto e divertente quanto basta, commisurato all’esborso richiesto, ma non certo in grado di scavare un solco indelebile nella memoria dei giocatori.