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Recensione Assassin’s Creed Rogue Remastered

di: Marco Licandro

Assassin’s Creed Rogue passò in secondo piano sin dall’uscita, per via di un lancio in contemporanea con Unity, primo vero tentativo di passaggio alla nuova generazione. Rogue, nonostante mettesse il giocatore per la prima volta nei panni di un templare, ricevette sì ottimi voti, ma poco interesse.

Nonostante tutto il titolo si presenta con uno stile di Assassin’s Creed che potremmo ormai definire Classico, essendo questo l’ultimo della serie uscito su vecchia generazione, che già dal 3 aveva ampliato in maniera più che vasta i movimenti e le possibilità di arrampicata e uccisione del protagonista. Rogue prende il motore grafico ed un buon 70% di componenti e design dal precedente Black Flag, anch’esso basato nello stesso arco temporale e negli stessi luoghi.

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Assassin’s Creed Rogue si ripresenta finalmente sulle console attuali, con la stessa resa visiva presente su vecchia generazione, salvo alcuni accorgimenti quali rendering ambientale, ombre upscalate, vaga densità di folla aumentata, ed “altro”, aggiunge il sito ufficiale del gioco.

Altro non vediamo, ad essere sinceri, se ignoriamo l’ormai famoso specchietto per le allodole con il nome di 4K (solo su PS4 Pro e Xbox One X, altrimenti vi beccate i classici 1080p). A livello visivo appare ovviamente più pulito, ma provando entrambi i giochi su una TV 4K che fa l’upscaling di suo, dobbiamo ammettere di aver faticato a trovare differenze degne di nota, essendo le migliorie poco marcate.

Poco aggiunge, quindi, la Remastered edition, a parte i soliti pacchetti di personalizzazione che includono vestiti, armi, e varie robe di poco conto, sbloccabili anche tramite la piattaforma Ubisoft Club (Ex uPlay) così da personalizzare il nostro personaggio Shay, o la sua nave.

Come storia o qualità di gioco non ci esprimiamo, in quanto Assassin’s Creed è sempre stata un’ottima saga con un’ottima storia ed un ottimo gameplay, e non possiamo che consigliarvi ogni singolo capitolo uscito fino ad oggi. Ciò che analizziamo è più la qualità di questo Remastered, che neanche a farlo di proposito, ripropone il titolo proprio quando la saga effettua un passaggio grande ad un nuovo gameplay. Mi riferisco ad Origins, che ha cambiato le carte in tavola, facendo sentire questo Rogue ancora più vecchio di quello che dovrebbe essere, esattamente come successe ai tempi quando uscì assieme a Unity.

Se avete amato Black Flag e volete riprovare l’esperienza, il gioco ve la ripropone in maniera esattamente uguale, salvo ovviamente la storia di Shay che da assassino deciderà di cambiare fede, ed ignorando la parte nel presente con i suoi puzzle senza senso atti semplicemente ad allungare il brodo. Dopo tutti questi anni, probabilmente neanche un restyle vero come per Shadow of the Colossus può salvare Assassin’s Creed Rogue dalla sua legnosità di gameplay, che come già detto è purtroppo invecchiato parecchio male. Ciononostante il titolo è valido, così come la serie, e non possiamo che proporvelo, anche se il così amato/odiato voto finale non fa faville per la lunga serie di motivazioni qui sopra.