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Recensione Arizona Sunshine Remake

di: Simone Cantini

Quando si parla di zombie mi vengono in mentre tre grandi categorie, almeno a livello puramente cinematografico: il primo ricordo è legato alle pellicole di Romero, in cui i morti viventi erano utilizzati come specchio per criticare la società; ci sono poi declinazioni più caciarone, buone ad intrattenere a base di budella e cadaveri puzzolenti; infine abbiamo lo scazzo totale, e qua penso a Shawn of the Dead, in cui i cadaveri ambulanti sono mezzi di puro spasso. Ed è a cavallo tra questi due filoni che mi sento di inserire Arizona Sunshine Remake che, dopo il primo incontro avuto a suo tempo sul primo visore VR Sony, ha dimostrato di avere ancora tanta carne (per quanto marcia) al fuoco da offrire ai giocatori.

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Freddi Freddy

Nulla è cambiato rispetto al debutto datato 2016, pertanto ritroveremo ancora una volta il nostro anonimo protagonista, oramai alienato dalla solitudine causata dall’infestazione degli zombie, pronto a vedere in ogni predatore di carne umana un amichevole Freddy. Cosa non si fa per sopravvivere quando siamo circondati da ex persone ansiose di affondare i propri denti affilati nella nostra morbida carne, al punto da vedere in una testa mozzata un compagno di sventura, come novelli Tom Hanks in Cast Away, pronti a ciarlare per ore con uno Wilson in vera finta pelle.

Però, visto che un però c’è sempre in ogni avventura che si rispetti, il desiderio di socialità, o anche più banalmente la voglia di tirare avanti in compagnia, non può che fare capolino, incarnato da una radio che pare trasmettere l’ultimo segnale ad opera di un vivente vero e proprio. Allora perché non abbandonare, ancora una volta, il nostro rifugio di fortuna, pronti a farci largo tra orde di ammassi ambulanti di pustole e brandelli rancidi, in cerca di un esile onda di speranza? Scanzonata, a tratti sopra le righe e dannatamente efficace nella sua semplicità, la campagna di Arizona Sunshine Remake non si esibisce in chissà quali virtuosismi stilistici, lanciandoci semplicemente attraverso un set di livelli lineari e, ovviamente, farciti di zombie da uccidere. Non si prende mai sul serio, ma è proprio questo il suo maggiore punto di forza: d’altro canto come si può dare credito a dei cadaveri ambulanti golosi di carne umana? Va bene la sospensione dell’incredulità, ma a tutto c’è un limite.

A nuova vita

Superate le nostre 4-5 ore in compagnia dello story mode di Arizona Sunshine Remake, che come in passato è possibile affrontare in cooperativa, il gioco non esaurisce certo qua le sue cartucce. E meno male, oserei dire, visto che parliamo di un remake che, a ben vedere, odora più di GOTY Edition riveduta e corretta. Il che non è mica un male. Se sulla modalità Orda, disponibile sempre in singolo che in multiplayer, c’è davvero poco da dire, visto che era già presente nella release vanilla originale, fa senza dubbio piacere la presenza dei DLC rilasciati in corso d’opera, che vanno ad ampliare notevolmente il pacchetto complessivo. Un plus da non sottovalutare, considerando anche il costo relativamente esiguo richiesto a chi possiede l’edizione originale per poter aggiornare il software a questa sua sfavillante incarnazione.

Una riproposizione che, come è giusto che sia, ha beneficiato di un notevole boost tecnico, soprattutto nel suo passaggio da PSVR a PSVR2, per il quale ho un termine di paragone diretto, visto che ne avevo curato la recensione a suo tempo. Pur non rappresentando le vette più alte della libreria attualmente disponibile per il visore Sony, il colpo d’occhio offerto da Arizona Sunshine Remake è comunque molto soddisfacente, grazie ad uno stile sempre azzeccato e ad una pulizia dell’immagine più che buona. Il vero plus, però, è senza dubbio rappresentato dal rinnovato sistema di controllo garantito dall’headset, adesso finalmente in grado di assecondare il giocatore senza compromessi, lasciando nel cassetto dei ricordi le gesture non sempre ottimali del passato: sparare e destreggiarsi tra le orde di non morti, anche con un’arma per mano, è davvero uno spasso, oltre che estremamente naturale e godurioso. Condite il tutto con opzioni di accessibilità ben implementate ed un sonoro all’altezza ed il gioco è fatto.

Vi è piaciuto Arizona Sunshine nel 2016 e vorreste rigiocarlo in versione riveduta e corretta? Beh, allora il suo Remake non deluderà certo le aspettative, visto il modo efficace in cui riesce a riportare alla ribalta l’avventura originale del brand Vertigo Games. Scazzato e scanzonato, lo shooter a base di Freddy da freddare (perdonate l’orrida battuta) non stupirà per soluzioni ludiche funamboliche, ma sa regalare una manciata di ore a base di sano divertimento, tanto in solitaria che in compagnia. In più presenta tutti i DLC rilasciati sino ad oggi, che male non fa mai.