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Recensione Anno 1800: Console Edition

di: Luca Saati

Tra i vari gestionali, city builder o strategici che mancavano all’appello su console c’era la serie Anno di Ubisoft e del suo studio di sviluppo Blue Byte. Una mancanza a cui finalmente la casa francese ha deciso di colmare con il porting di uno dei migliori capitoli della saga. Stiamo parlando di Anno 1800: Console Edition uscito su PS5 e Xbox Series X|S.

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Rivoluzione industriale

Quella uscita su console è la versione base di Anno 1800, non sono quindi comprese le varie espansioni e né al momento è chiaro se mai queste vedranno la luce su PS5 e Xbox Series X|S. Chi ha già una certa confidenza con il gioco può passare direttamente alla modalità sandbox, mentre chi vuole imparare tutti i segreti per creare il proprio impero commerciale può affidarsi a una buona modalità campagna.

Le basi narrative di quest’ultima ruotano tutte attorno al riscatto della famiglia Goode caduta in disgrazia dopo la morte del padre a causa dei magheggi di uno zio opportunista. La trama, pur non rappresentando di certo il punto forte della produzione, accompagna il giocatore alla scoperta di tutti i sistemi del gioco basati su industrie da gestire, risorse da amministrare, rotte commerciali e cittadini da rendere felici.

L’obiettivo è ovviamente costruire una città sempre più florida nel pieno della rivoluzione industriale. Si inizia con un porto/magazzino e una nave, costruendoci attorno le prime strade, case e il mercato. Arrivano così i primi cittadini i cui bisogni primari andranno soddisfatti costruendo un molo di pescatori per fornire loro il cibo, un allevamento di pecore e un tessitore per i vestiti. Più il popolo sarà soddisfatto e più le abitazioni verranno occupate permettendoci così di trasformare una semplice baracca in una vera e propria casa. Con l’avanzamento di livello delle case aumentano le necessità dei cittatini tra pub per fare feste, a patto di avere il grano e il birrificio per produrre birra, una chiesa per professare la religione e poi attività di svago come musei e teatri, fino ad arrivare addirittura alla luce elettrica (che lusso!).

E come se tutto questo lusso sfrenato non dovesse bastare, i bisogni continuano ad aumentare e per soddisfarli bisognerà affidarsi alla merce del nuovo mondo. Proprio per questo esiste il commercio, o perché la creazione di una colonia per coltivare e produrre tutto chè che non si trova nel vecchio continente. La mappa quindi si sdoppia tra vecchio e nuovo continente la cui gestione di quest’ultimo riprende quanto fatto inizialmente con il primo con alcune ovvie differenze visto che il popolo si nutre di chips di platano e tortillas al manzo. Le rotte commerciali andranno però difese facendo entrare in gioco il sistema di combattimento navale che riprende un classico strategico in tempo reale senza infamia e senza lode. Infine abbiamo le spedizioni che si svolgono fuori dalla mappa e che possono portare alla scoperta di tesori o animali esotici da ospitare allo zoo. Il tutto è gestito da un sistema che ricorda un libro-game in cui scegliere quali imbarcazioni mandare e l’equipaggio.

Non manca la componente multiplayer che supporta un massimo di 16 giocatori che possono sfidarsi suddividendosi in quattro distinte compagnie. È presente l’opzione per le partite veloci, o in alternativa creare partite con regole personalzzate. Peccato per la mancanza del cross-play: i giocatori su Playstation non possono giocare con quelli di Xbox e viceversa. Sul lungo periodo potrebbe essere difficile riuscire a trovare giocatori a causa di questo limite se consideriamo che questa modalità è più accessoria che altro. Il cuore dell’esperienza è sicuramente rappresentato dalla campagna e dalla modalità sandbox.

Rivoluzione su console

Quanto descritto finora dovrebbe essere sufficiente per comprendere quanto sia profondo il gameplay di Anno 1800, ma viene spontaneo chiedersi come si comporta su console. Il passaggio dalla coppia mouse e tastiera al pad di Playstation 5 o Xbox Series X|S non è del tutto indolore. Sicuramente manca l’immediatezza tipica dei controlli su PC, ma tutto sommato ci si può ritenere soddisfatti da come funziona l’opera di Ubisoft su console e dopo poche ore viene tutto molto spontaneo.

L’interfaccia su schermo è stata completamente ridisegnata e mostra tutte le informazioni principali senza però offrire alcun tipo di interazione. Interazioni affidate ovviamente a una serie di imput con i tasti frontali, dorsali e grilletti. Il triangolo (o Y su Xbox) richiama l’hub principale in cui gestire aspetti come le rotte commerciali o i rapporti diplomatici, o consultare una serie di report sullo stato di salute della città. Con il grilletto sinistro è possibile accedere agli strumenti di modifica delle unità costruite, mentre il grilletto destro apre il menù radiale dedicato alla costruzione degli edifici. Le levette analogiche ovviamente servono per muovere il puntatore e gestire la telecamera.

Dal punto di vista tecnico manca una modalità a 60 fps, ma visto il genere d’appartenenza e il ritmo molto blando del gioco i 30 fps risultano più che sufficienti. Il limite di 30 fps ha consentito al team di sviluppo di concentrarsi sull’aspetto visivo che risulta molto piacevole enfatizzando gli scenari tipici dell’epoca. Unica nota dolente sono i tempi di caricamento con un salvataggio che può richiedere anche due minuti per poter essere ricaricato.

Commento finale

Anno 1800 rappresenta uno dei massimi esponenti del genere gestionale e city builder degli ultimi anni e finalmente anche i giocatori su console possono metterci le mani sopra grazie a un porting ben fatto che rende assolutamente godibile l’esperienza creata da Ubisoft e Blue Byte. L’unica grande incognita resta il supporto futuro del gioco: arriveranno mai i DLC? La risposta, salvo stravolgimenti di piani dell’ultimo minuto, sembra essere purtroppo un sonoro no.