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Recensione Alien: Rogue Incursion – Part One: Evolved Edition

di: Luca Saati

Era davvero un peccato confinare Alien: Rogue Incursion alla sola realtà virtuale. Proprio per questo il team di Survios ha ben pensato di estendere quei confini alle piattaforme tradizionali con l’uscita della Evolved Edition, in arrivo domani su PlayStation 5 e Xbox Series X|S.

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Dalla VR allo schermo tradizionale

Su queste pagine abbiamo già avuto modo di elogiare l’opera di Survios nella sua versione originale per PlayStation VR2 e Meta Quest 3. Per una panoramica generale dell’esperienza di gioco vi rimando a quella recensione; qui, invece, ci concentriamo sull’approdo del titolo fuori dalla realtà virtuale.

In Alien: Rogue Incursion vestiamo i panni della marine Zula Hendricks che, insieme al sintetico Davis-01, si reca sul pianeta Purdan alla ricerca del suo amico Ben Carver, misteriosamente scomparso nella base scientifica Culla di Castore. Dopo un atterraggio di emergenza, Zula scoprirà che l’intera struttura è stata invasa dagli Xenomorfi, trasformando una semplice missione di salvataggio in un incubo lungo circa otto ore di gioco.

Tra corridoi claustrofobici e oscuri ambienti industriali, orde di letali xenomorfi e inquietanti segreti corporativi, la storia di Alien: Rogue Incursion riesce a catturare perfettamente il mood cupo e opprimente della serie cinematografica ideata da Ridley Scott.

Pad alla mano, il gioco risponde bene ai comandi e le abbondanti fasi shooting con le tre armi disponibili (revolver, fucile a impulsi e shotgun) risultano precise e divertenti. In alternanza ai momenti più action troviamo le sezioni di esplorazione della base scientifica, che seguono i classici dettami del genere: corridoi oscuri capaci di mantenere sempre alta la tensione, gadget per sbloccare porte altrimenti inaccessibili e l’immancabile rilevatore di movimento, indispensabile per non farsi sorprendere dagli xenomorfi nascosti nei condotti.

Un mix che funziona, e che – grazie alle numerose sezioni action – riesce a differenziare Rogue Incursion dal mai troppo dimenticato Isolation. Se in quest’ultimo si passava gran parte del tempo a fuggire da un unico alieno, nell’opera di Survios gli xenomorfi abbondano e gli scontri avvengono sempre a viso aperto, sfruttando magari anche i molti esplosivi ambientali disseminati nello scenario.

La transizione da videogioco in realtà virtuale a FPS horror tradizionale è avvenuta in maniera quasi indolore. Lo schema dei comandi segue i canoni classici del genere, anche se si sente la mancanza delle gesture di movimento tipiche della VR, qui sostituite da semplici pressioni di tasti. In questo senso permane la sensazione di trovarsi di fronte a un titolo VR riadattato, seppur in maniera convincente, alle console tradizionali.

La versione Xbox Series X|S, da me testata, si presenta piacevole sul piano tecnico: illuminazione curata, sonoro di livello e un’atmosfera fedele allo spirito della saga. È chiaro che il titolo fosse nato con altre piattaforme in mente, ma grazie ai 60 fps costanti, all’audio 3D e a una IA migliorata degli xenomorfi, questa Evolved Edition riesce ad avere un senso e a offrire un’esperienza solida anche su sistemi non VR.

Paura anche senza visore

Alien: Rogue Incursion – Part One: Evolved Edition si rivela un adattamento sorprendentemente solido della versione VR. Pur mantenendo alcuni tratti del suo DNA originale, Survios è riuscita a confezionare un FPS atmosferico, adrenalinico e rispettoso dello spirito della saga. Nonostante qualche inevitabile limite dovuto alla transizione da VR a console tradizionali, le fasi action, l’atmosfera curata e le ottime performance tecniche rendono questa edizione una tappa obbligata per gli appassionati del franchise che ora possono godersi l’avventura di Zula anche se non si è in possesso di un visore.