Recensioni

Recensione Age of Mythology: Retold

di: Simone Cantini

Leggo Westwood Studios e subito non può che tornare alla mente quel capolavoro di Dune II. A questo punto, non possono che emergere con forza dal cassetto dei ricordi i nomi di Command and Conquer, Warcraft e Warcraft 2. Da qua a vedere stampato a lettere cubitali l’acronimo RTS il passo è davvero breve, come esile è la distanza che separa questo genere dal mondo PC, regno in cui vide la luce svariati anni fa il titolo che giunge oggi anche su macchine Xbox con il nome di Age of Mythology: Retold.

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A volte ritornano

Non è mai facile riportare in auge produzioni che hanno sulle spalle svariati anni di militanza nel medium, e nel caso di Age of Mythology: Retold il compito era assai arduo, dato che l’obiettivo era quello di rendere attuale e fruibile anche su console un gioco nato nel 2002 in ambiente PC. Spin-off della più nota saga di Age of Empires, il titolo in questione presenta una corposa campagna principale single player, con protagonista l’atlantideo generale Arkantos, capace da sola di intrattenere per un discreto numero di ore. Ambientata durante l’assedio di Troia, la modalità in questione permetterà di prendere sia gradualmente confidenza con le meccaniche di gioco, ma anche di sperimentare i vari pantheon che caratterizzano in maniera assai marcata il gameplay della produzione, mentre saremo in cerca di un tridente trafugato da un ciclope in combutta con il dio Poseidone. Una lunga odissea che ci porterà ad interagire con le divinità greche, egizie e nordiche, nel corso di una serie di missioni caratterizzate da svariati obiettivi, e calate all’interno di un contesto in perfetto stile RTS.

Esaurita l’avventura di Arkantos, però, Age of Mythology: Retold non esaurirà certo qua le sue cartucce, dato che troveremo ad attenderci due ulteriori storyline per giocatore singolo, a cui si accompagneranno una modalità schermaglia ed un comparto multiplayer (che purtroppo non ho potuto testare data la chiusura dei server), sia PvP che PvE, con tanto di match classificati e funzionalità cross-play. L’offerta, in tal senso, è davvero corposa, anche se bisogna sottolineare come l’edizione in questione non sia al momento comprensiva di tutte le espansioni rilasciate nel corso del tempo per il titolo originale: il pantheon cinese (oltre ad uno ulteriore non specificato), sarà rilasciato in seguito tramite un aggiornamento. La mole di contenuti, nonostante la defezione, è comunque davvero molto corposa, così da garantire uno spropositato numero di ore di divertimento.

Divina potenza

Trattandosi di un vero e proprio remake, che poggia le proprie basi sulla versione del Bang Engine utilizzata per lo sviluppo di Age of Empires III: Definitive Edition, Age of Mythology: Retold oltre a presentare un comparto grafico migliorato per l’occasione, non manca anche di introdurre alcune novità alla formula ludica di base. La più evidente è andata ad impattare sulla feature più particolare del titolo, ovvero i poteri divini che sarà possibile impiegare durante le partite. Questi, a differenze del passato, potranno essere utilizzati più volte nel corso di ogni match/missione (e non più una sola volta), vedendo però aumentato progressivamente il loro costo di utilizzo. Si tratta di una modifica sicuramente impattante nell’economia generale, ma che non snatura in modo così drastico il flow di gameplay, ma lo rende decisamente più dinamico e movimentato: d’altronde, vista l’abbondanza di divinità “arruolabili”, poter beneficiare in maniera più massiccia dei loro favori non può che fare la felicità dei giocatori.

 

Presente anche una nuova Era, la Wonder Age, che va a sostituire la Titan Age vista nell’espansione originale The Titans. Si tratta della quinta età raggiungibile nel gioco, che si potrà ottenere costruendo una Meraviglia e che sarà in grado di fornire un gran numero di bonus al giocatore, fintanto che tale artefatto rimarrà in piedi. Le novità introdotte vanno anche ad impattare sulla gestione attiva delle proprie unità, grazie ad un menu dedicato ci permetterà di sfruttare dei preset, tramite i quali gestire in maniera automatica la raccolta delle risorse, così da dare priorità in maniera rapida a ciò di cui avremo maggiormente bisogno in ogni momento della partita.

Per il resto, l’esperienza è rimasta decisamente fedele alle aspettative, con il player che sarà chiamato a gestire le proprie unità per dare vita (a seconda della tipologia di missione) all’accampamento, così da accrescere il proprio esercito ed avere accesso a nuove strutture e potenziamenti, il tutto mentre i civili saranno impegnati nella raccolta di risorse e nell’adorare i propri numi tutelari. Questi ultimi avranno anche un ruolo attivo nello sblocco di unità, edifici e poteri, dato che una volta scelta la nostra divinità principale, ad ogni passaggio di livello sarà possibile ampliare il raggio delle nostre preghiere, potendo scegliere di volta in volta nell’abbracciare il culto di una nuova figura (tra le due che ci verranno proposte).

Sebbene sia più blindata nel corso delle tre campagne, per ovvi motivi di costruzione del plot, tale possibilità si amplia e ramifica a dismisura nel corso dei singoli match, permettendo al giocatore di dare vita a combinazioni sempre diverse ed imprevedibili, che ci daranno accesso ad un numero impressionante di possibilità di sviluppo, di supporto e belliche. Una volta organizzata la routine del nostro accampamento, giungerà il momento di scatenare la furia delle nostre truppe, come impone la tradizione degli strategici in tempo reale, ed anche in questo caso Age of Mythology: Retold si comporta in maniera identica a come ci ricordavamo (ed era lecito aspettarsi). In definitiva, l’ossatura di gioco funziona e diverte oggi come nel 2002, sebbene il passaggio da PC a console non sia stato così indolore, per ovvi motivi legati prevalentemente al sistema di controllo legato al pad.

Il prezzo della conversione

In tal senso, l’assenza di un mouse si avverte in maniera davvero marcata, soprattutto per quanto concerne comodità e velocità di reazione. È vero che sono state introdotte numerose scorciatoie in grado di impiegare a dovere ogni singolo tasto del controller, ma è anche vero che riuscire a memorizzare a dovere tutti i vari input necessari richiederà un tempo davvero sostanzioso. Ed in un gioco che, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati (e nel caso di scontri PvP con utenti PC), richiede tempi di reazione rapidi ed una puntualità impeccabile, la macchinosità che caratterizza il compiere anche le operazioni più semplici non passa certo inosservata. Naturalmente non parliamo di una mancanza da parte degli sviluppatori, che anzi hanno compiuto un vero e proprio miracolo, considerando anche l’ingente molte di menu e sottomenu che caratterizzano il gioco.

Rivedibile, almeno in fase di test pre-update di lancio, anche la pulizia generale del tutto, con il gioco che mi ha visto costretto a riavviare un paio di volte uno scenario perché non era stato registrato il corretto completamento di un task. Così come capita talvolta di vedere alcune delle nostre unità rimanere misteriosamente bloccate in determinati punti della mappa, senza che sia possibile farle tornare in alcun modo in gruppo. Per il resto non ci sono appunti particolari da muovere al lavoro svolto dal team, che presenta una grafica pulita e piacevole, che può beneficiare dei due canonici preset qualità/prestazioni, con il primo da preferire vista la natura del gioco. Buono anche il comparto audio, che vanta un doppiaggio completo nella nostra lingua (il codice review presenta qualche linea non tradotta, ma sarà tutto sistemato in occasione del lancio), così come la traduzione di tutti i testi. Presenti anche un buonissimo numero di opzioni di accessibilità, che spaziano dalla descrizione vocale di ogni menu di gioco, alla leggibilità dei font.

Il debutto su console di Age of Mythology: Retold non può che far piacere, visto che parliamo di uno strategico in tempo reale sicuramente interessante, divertente e longevo, sulla cui bontà di fondo è davvero difficile muovere delle criticità. Convincono anche le modifiche al gameplay introdotte in occasione di questo gradito ritorno, che pur modificando alcuni aspetti dell’esperienza originale (leggi i poteri divini) non ne stravolgono l’essenza, anzi ne ampliano la portata. Tutta questa bontà, però, almeno sulle macchine Xbox, paga il prezzo di una produzione nata con il mouse in mente, situazione che ha portato l’adattamento dei comandi al pad a dei compromessi non sempre piacevoli da digerire. L’immediatezza del sistema di controllo PC, difatti, esce fortemente ridimensionata, con il giocatore che sarà costretto a destreggiarsi in maniera assai arzigogolata tra tasti e menu, sacrificando sull’altare della comodità gli sforzi di conversione. Non ci troviamo comunque al cospetto di un titolo ingiocabile, anzi, ma di un ottimo strategico che necessiterà di qualche sforzo di adattamento in più per essere domato a dovere: se siete fan del genere, inutile dire come l’acquisto sia caldamente consigliato.