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Recensione ADR1FT

di: Marco Licandro

Adr1ft, prodotto da Three One Zero e pubblicato da 505 Games, ci porterà nello spazio appena sopra la terra, in un’esperienza simile a quanto visto al cinema con Gravity (Sandra Bullock, George Clooney), portando il giocatore a riconoscere la maestosità e pericolosità dell’assenza di gravità e ossigeno.

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Senza gravità

Con un Claire de Lune di Debussy il gioco ci introduce all’ambientazione. Un astronauta volteggia privo di vita davanti a noi, come in una danza. Una volta iniziata una nuova partita il tutorial ci spiegherà come muoverci in assenza di gravità. I comandi sono ben fatti, nonostante serva prendere la mano prima di riuscire a muoversi con scioltezza, e riproducono in maniera realistica la sensazione di trovarsi alla mercé dell’assenza di gravità, fluttuando al minimo movimento, urto, e soprattutto non muovendoci necessariamente dove punta la telecamera o spingiamo la levetta per il movimento. Bisognerà padroneggiare tutti i pulsanti che ci serviranno per direzionare il propulsore così da spingerci in ogni direzione, ruotare l’intera visuale orizzontale di 360 gradi e spingerci in verticale alzandoci o abbassandoci dal nostro asse.

Trattenete il respiro

Vittime di un incidente che porterà l’intera base spaziale a spezzarsi e frantumarsi, salvo poche aree di connessione, saremo gli unici superstiti di un team di astronauti. La nostra tuta avrà subito pesanti urti, e presenterà gravi problemi alla riserva di ossigeno, nonché all’integrità della stessa. Sin da subito ci renderemo conto che la sopravvivenza è la priorità numero uno, ed ogni movimento, urto, ed utilizzo del propulsore per il movimento significherà vedere le nostre chance precipitare fino a morte per asfissia. Fortunatamente, vi saranno diverse scorte di ossigeno che fluttueranno in giro per tutta la base spaziale. Con movimenti quanto più precisi possibili potremo darci quel minimo di spinta così da superare, con calma, grandi aree e raggiungere infine l’agognato premio: l’aria. Ogni bombola di ossigeno funge quasi come un checkpoint, dal quale potremo muoverci nuovamente verso l’obiettivo successivo, con l’unica differenza che non funzionano da tale, non salvando infatti la partita se non raggiungendo alcune zone centrali.

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Tornare a casa

Obiettivo primario di gioco è quello di attivare una navicella d’emergenza così da garantirci il rientro a casa. Tuttavia quest’ultima non può minimamente funzionare visto le condizioni dell’intera base, senza contare il fatto che non saremo in grado di comunicare e non potremo avvisare la Terra delle nostre condizioni. Dovremo quindi attivare l’intera base tramite tre aree principali, le quali necessiteranno una richiesta di riparazione, una stampa del modulo e l’inserimento dello stesso.

L’intero gameplay, soprattutto nelle fasi iniziali, richiederà molta precisione e concentrazione, facendoci pagare caro ogni errore, e portandoci letteralmente a trattenere il respiro, soprattutto nelle vaste aree fuori dalla base, dove la sola rotazione dei detriti o un cavo elettrico scoperto, potrebbero scagliarci via o bucare la tuta garantendoci morte certa. Tuttavia, una volta presa dimestichezza con i comandi, e armandoci di pazienza, riusciremo a destreggiarci nelle varie aree di gioco, iniziando la ricostruzione dei moduli e riparando poco a poco la nostra tuta, rendendone l’utilizzo a tutti gli effetti più semplice. Nel frattempo potremo anche tentare qualche viaggio più rischioso avventurandoci all’aperto, così da scovare i nostri defunti compagni fluttuare senza meta e recuperare i loro oggetti personali. Questi ultimi potranno essere trovati anche in giro per la base, sotto forma di registrazioni o pass di accesso alle camere, così da approfondire la storia e capire gli obiettivi dietro la missione e le relazioni tra i personaggi.

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Conclusione

ADR1FT è un bel titolo, ricco di musica classica, e caratterizzato da una fortissima ambientazione che mantiene il giocatore con il fiato sospeso, per via della naturale concentrazione e stato d’animo che ne deriva dall’assenza di gravità, comunicazione, suoni e musica. Il gioco riesce bene nel suo intento, regalando un bel gameplay grazie ad un comparto tecnico ben fatto. La ripetitività nelle azioni per la riparazione dei moduli vengono giustificate dalla crescente difficoltà nell’ambiente di gioco, che richiede sempre più precisione e lascia senza fiato per la sua inesorabile lentezza e maestosità. Peccato per il finale che poteva regalarci qualche emozione in più, ma ci accontentiamo di una modalità aggiuntiva postuma che ci permetterà di muoverci per gli ambienti di gioco liberamente e senza più preoccupazioni.