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Xbox Game Pass è redditizio per Microsoft, ma i costi dei giochi first-party non vengono conteggiati

di: Luca Saati

Nonostante il clima piuttosto cupo in casa Microsoft – tra licenziamenti, cancellazioni di progetti e la chiusura di alcuni studi – il servizio in abbonamento Xbox Game Pass viene ancora considerato redditizio dall’azienda. Tuttavia, secondo quanto riportato da Christopher Dring, co-fondatore e caporedattore di The Game Business, l’analisi della redditività non include un fattore importante: le perdite di ricavi derivanti dalla pubblicazione dei giochi first-party sin dal giorno di lancio sul servizio.

In una serie di post pubblicati su X (ex Twitter), Dring ha chiarito che per Microsoft Game Pass risulta redditizio se si considerano le commissioni pagate ai partner terzi, i costi di marketing e di mantenimento della piattaforma. Ma non vengono conteggiati i mancati ricavi dei giochi sviluppati internamente, che normalmente avrebbero generato vendite maggiori senza l’inclusione nell’abbonamento.

“I costi associati a Game Pass sono commissioni pagate a terze parti, marketing e costi del servizio… e con questi parametri, risulta redditizio”, ha scritto Dring. “Quello che non viene conteggiato è il ricavo perso dai giochi dei team interni Xbox. Se i team first-party ricevessero compensi simili a quelli delle terze parti, dubito che il servizio risulterebbe ancora profittevole.”

Dring ha poi aggiunto che è stata la stessa Microsoft a confermare che i costi legati ai giochi first-party non sono inclusi nel calcolo della redditività di Game Pass. Questo solleva interrogativi sulla reale sostenibilità del modello a lungo termine.

Anche Raphaël Colantonio, fondatore di Arkane Studios, è intervenuto sul tema, criticando duramente la narrazione di Microsoft. In risposta a un post di Michael Douse (direttore della pubblicazione di Baldur’s Gate 3) sull’insensatezza del concetto di “soldi infiniti”, Colantonio ha scritto:

“Sono d’accordo, e sono stufo delle cavolate che ci raccontano all’inizio tipo ‘Non preoccupatevi, non incide sulle vendite’, solo per poi ammettere anni dopo che in realtà incide eccome. ‘Davvero? Ma dai!’”

Infine, ricordiamo che ad aprile Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, aveva definito Game Pass una “soluzione salutare per alcuni giocatori”, ma non adatta a tutti:

“Se giochi uno o due titoli l’anno, Game Pass probabilmente non fa per te. In quel caso ha più senso comprare direttamente quei giochi. Ma vogliamo offrirti la possibilità di scegliere.”