Sono i vecchi giocatori a non accettare le microtransazioni secondo Paradox, tutti amano odiare EA
di: Luca SaatiDaniel Goldberg, manager of content and communications presso Paradox Interactive, si è unito ad altri sviluppatori nel parlare della questione riguardanti microtransazioni e loot box concentrandosi in particolare sul publisher (Electronic Arts) da cui è partito il tutto:
“Il dibattito di adesso è ciò che ottiene quando metti insieme una serie di ingredienti per una shitstorm perfetta. C’è un publisher che tutti amano odiare, la più importante proprietà intellettuale di sempre e una serie videoludica che non ha fatto altro che riproporre modelli di business pre-esistenti. Ebbene sì, abbiamo già avuto giochi con tanto grinding e casse premio in passato, non c’è nulla di nuovo o di radicalmente sbagliato nella situazione attuale.”
Restando a tema Paradox, anche Shams Jorjani, vicepresidente della divisione business development, ha parlato della questione. I publisher impongono le loot box agli sviluppatori?
“La domanda implica che tutti gli sviluppatori si preoccupino di offrire buone esperienze e che ai publisher interessi solo fare soldi. L’industria non è fatta solo di bianco e nero, è importante sia per gli sviluppatori che per i publisher creare un modello economico sostenibile. Significa per gli sviluppatori rimanere più tempo nel business e per i publisher avere a catalogo titoli di successo si traduce in incassi maggiori sul lungo periodo. L’industria dei videogame si trova in una fase di transizione, divisa fra due modelli: quello del passato, che mette tutti i prodotti allo stesso prezzo; e quello nuovo, con prezzi dinamici e la possibilità per tutti di trovare qualcosa di adatto al proprio portafogli.”
Secondo Joariani quindi il problema sarebbero gli utenti più vecchi:
“Crediamo che i ragazzi di oggi si lamenteranno di loot box e microtransazioni quando hanno fatto parte dei videogame che hanno sempre giocato? Siamo solo noi i dinosauri che ricordano di quando si acquistava un gioco a un prezzo fisso per ottenere un’esperienza anch’essa fissa.”