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Ubisoft, il CEO Yves Guillemot convocato al processo per molestie che coinvolge tre ex dirigenti

di: Luca Saati

[Aggiornamento] Ubisoft ha ora negato le accuse mosse dal sindacato Solidaires Informatique nella notizia riportata di seguito.

In una dichiarazione fornita a VGC, l’editore afferma:

“Negli ultimi giorni sono emerse notizie infondate secondo cui Ubisoft come persona giuridica, Yves Guillemot e un membro del team delle risorse umane di Ubisoft sarebbero stati citati in giudizio dalla 15a Sezione penale del Tribunale di Bobigny.

Neghiamo categoricamente tali affermazioni. Né Ubisoft, né Yves, né alcun membro del nostro team delle risorse umane sono parti in causa in questo procedimento. Abbiamo collaborato pienamente con le autorità in questo caso e, nel rispetto del processo giudiziario, non rilasceremo ulteriori commenti sulla questione”.

[Notizia originale] Il CEO di Ubisoft, Yves Guillemot, sarà ufficialmente convocato come testimone nel processo che vede imputati tre ex dirigenti della compagnia francese per gravi accuse di molestie sessuali e psicologiche. Il procedimento, inizialmente avviato a marzo, è stato rinviato al 2 giugno 2025, dopo che gli avvocati hanno richiesto più tempo per esaminare la documentazione.

A rendere nota la convocazione è stato il sindacato Solidaires Informatique, che ha dichiarato che oltre a Guillemot, anche la direttrice delle risorse umane Marie Derain e Ubisoft stessa, in quanto entità legale, saranno chiamati a rispondere per presunta complicità nella natura sistemica delle molestie avvenute all’interno dell’azienda. Non ci sono prove dirette del coinvolgimento di Guillemot o Derain negli atti di molestia, ma l’accusa si concentra sulla loro responsabilità nell’avere tollerato o ignorato comportamenti inappropriati.

Gli imputati principali sono l’ex Chief Creative Officer Serge Hascoët, l’ex vicepresidente dei servizi editoriali Thomas François e il game designer Guillaume Patrux, tutti arrestati nel 2023 a seguito di denunce sporte dal sindacato e da due vittime tra il 2021 e il 2022. Le accuse a loro carico sono particolarmente gravi. Hascoët è accusato di aver posto domande sessualmente esplicite, di aver fatto commenti razzisti e di aver umiliato pubblicamente una collega musulmana durante il Ramadan. François è accusato di molestie sessuali e psicologiche sistematiche, tra cui la visione di pornografia in ufficio, tentativi di aggressione sessuale e atti di umiliazione nei confronti del personale femminile. Patrux è imputato per molestie psicologiche.

Secondo Solidaires Informatique, il processo servirà a mettere in luce le responsabilità strutturali di Ubisoft, accusata di aver mantenuto in posizioni di potere persone note per comportamenti abusivi e di aver zittito le vittime. L’avvocata delle parti civili, Maude Beckers, ha affermato che il caso è ben più ampio dei tre dirigenti imputati, coinvolgendo numerose persone sia tra le vittime che tra i possibili responsabili. Il problema non sarebbe isolato, ma parte di un meccanismo sistemico radicato nella gestione e nell’organizzazione interna dell’azienda.

Le prime accuse pubbliche contro Hascoët e François risalgono all’estate del 2020, anno in cui entrambi lasciarono l’azienda. All’epoca, Guillemot dichiarò pubblicamente che “alcuni dipendenti non hanno rispettato i valori di Ubisoft” e che l’azienda aveva avviato una riforma interna, con l’intento di migliorare i processi e tutelare le vittime.

Tuttavia, i risultati di un sondaggio interno condotto nell’ottobre 2021 su oltre 14.000 dipendenti rivelarono che il 20% dei partecipanti non si sentiva pienamente rispettato o al sicuro sul luogo di lavoro, e il 25% aveva assistito o subito comportamenti scorretti nei due anni precedenti.

Nel 2022, durante un evento stampa, Guillemot ammise pubblicamente che l’azienda aveva commesso degli errori e stava cercando di rimediare con piani d’azione concreti. Tuttavia, il collettivo di dipendenti A Better Ubisoft denunciò che molti molestatori non erano stati allontanati, bensì trasferiti o addirittura promossi, mentre i dipendenti che avevano segnalato le molestie continuavano a essere ignorati dalle risorse umane.

Ubisoft ha sempre sostenuto di voler intraprendere un percorso di ascolto e riforma interna, dichiarando di avere avviato consultazioni globali e locali, incontri regolari tra leadership e rappresentanti dei dipendenti, e un maggiore coinvolgimento degli Employee Resource Groups. Tuttavia, per molte delle vittime e dei rappresentanti sindacali, le misure finora adottate non sono bastate a scardinare una cultura aziendale che per anni avrebbe favorito l’omertà e la protezione dei molestatori.