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Tre ex dirigenti Ubisoft condannati per molestie

di: Luca Saati

Tre ex dirigenti di Ubisoft sono stati condannati a pene detentive sospese e sanzioni economiche per molestie sessuali, morali e razziali sul luogo di lavoro. Il processo, iniziato a marzo e rinviato a giugno per permettere alla difesa di esaminare i documenti, si è concluso con la condanna di tutti e tre gli imputati.

Thomas François, ex vicepresidente dei servizi editoriali e creativi, è stato riconosciuto colpevole di molestie morali e sessuali, oltre che di tentata aggressione sessuale. Secondo quanto riportato da Le Monde e Libération, François avrebbe avuto comportamenti ripetuti di umiliazione pubblica, guardato pornografia in ufficio, fatto commenti sul corpo delle colleghe e tentato di baciare con la forza una giovane dipendente durante una festa natalizia, mentre altri colleghi la trattenevano. Il tribunale ha deciso per lui una pena di tre anni di carcere con sospensione condizionale, accompagnata da una multa di 30.000 euro.

Serge Hascoët, ex Chief Creative Officer e figura chiave del team editoriale di Ubisoft, è stato accusato di comportamenti osceni, domande a sfondo sessuale di natura invadente e atteggiamenti razzisti. In particolare, avrebbe chiesto a una dipendente musulmana se supportasse lo Stato Islamico, sostituendo anche lo sfondo del suo computer con immagini di panini al bacon durante il Ramadan. Hascoët è stato condannato a 18 mesi di reclusione con pena sospesa e a una sanzione pecuniaria di 45.000 euro.

Guillaume Patrux, game designer noto per titoli come The Crew e Grow Home, è stato ritenuto responsabile di molestie psicologiche, con comportamenti descritti come violenti e intimidatori. La sentenza prevede per lui dodici mesi di reclusione con sospensione condizionale e una multa di 10.000 euro.

Hascoët e François avevano lasciato Ubisoft già nel 2020, all’indomani dell’emergere delle prime accuse. Durante un incontro con i media nel 2022, il CEO di Ubisoft Yves Guillemot aveva ammesso pubblicamente che l’azienda aveva commesso degli errori, affermando che si stavano compiendo progressi attraverso azioni concrete.

Nonostante queste promesse, il collettivo A Better Ubisoft, formato da attuali ed ex dipendenti, aveva denunciato che molti responsabili delle molestie erano stati semplicemente trasferiti, promossi o coperti dal reparto risorse umane, e che gli sforzi dell’azienda apparivano insufficienti. Ubisoft, da parte sua, aveva dichiarato di aver implementato strumenti di ascolto interno come sondaggi, incontri pubblici e tavole rotonde tra leadership e dipendenti, garantendo il proprio impegno a migliorare l’ambiente lavorativo.