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The Last of Us, lo showrunner punta alla stagione 4 per concludere il racconto

di: Luca Saati

Craig Mazin, showrunner della serie HBO The Last of Us, in un’intervista a Collider ha parlato del futuro dello show televisivo affermando che la storia non si concluderà con la terza stagione, anzi si punta almeno a una Stagione 4.

“Ci sono delle fratture naturali nella narrazione, dei punti dove puoi dire ‘Okay, tagliamo qui’. Credo ci siano buone possibilità che la Stagione 3 sia più lunga della Stagione 2, semplicemente per il modo in cui è strutturata quella parte della storia e per le opportunità che ci offre.

Non c’è alcun modo di completare tutta la narrazione in una terza stagione. Speriamo di guadagnarci abbastanza fiducia per tornare e concludere tutto con una quarta. È lo scenario più probabile.”

Mazin ha spiegato che la morte di Joel rappresenta una sorta di bomba nucleare narrativa, talmente centrale da non lasciare spazio a deviazioni creative come la celebre puntata su Bill e Frank della prima stagione:

“È difficile allontanarsi da un evento così forte. Non puoi davvero fare una pausa o deviare troppo. Ma non sono sicuro che sarà lo stesso con la terza stagione. Credo che lì avremo un po’ più di margine.”

Proprio sulle modifiche alla storia, Mazin ha parlato di alcuni dei cambiamenti apportati nello show televisivo:

“Una modifica che abbiamo fatto e che è davvero importante — e che quasi nessuno ha commentato, il che mi ha sorpreso — riguarda la vendetta dopo la morte di Joel. Nella serie, sono Ellie e Dina a decidere di andare a Seattle per punire i responsabili. Nel gioco, invece, è Tommy a partire per primo, ed Ellie e Dina lo seguono, tracciando il percorso della sua vendetta. Mi è sembrato un cambiamento significativo.”

Mazin ha poi spiegato che, oltre all’inversione dei ruoli, la serie ha anche modificato i tempi narrativi:

“Nella nostra versione, passano tre mesi in cui Ellie deve riprendersi fisicamente e interiorizzare l’accaduto. È costretta a rimanere ferma e riflettere. Nel gioco, invece, parte praticamente il giorno dopo. Eppure, nessuno sembra essersi soffermato su questo aspetto.”

Un altro elemento che ha tenuto Mazin sulle spine per giorni è stata la sostituzione di Tommy con Dina nel momento chiave della morte di Joel. Un cambiamento che ha modificato l’equilibrio emotivo e narrativo di una scena centrale:

“Quello che mi ha fatto davvero sudare per una settimana è stato il modo in cui abbiamo presentato lo sviluppo della relazione tra Ellie e Dina. Nel gioco, loro si mettono insieme prima della morte di Joel, e Dina non è presente quando accade. È Tommy ad esserci. Pensavo che i fan sarebbero stati furiosi, specialmente quelli che fanno il tifo per la coppia Ellie-Dina.”

La scena in questione, ambientata in una tenda, mostra un momento di tensione e distanza tra le due protagoniste, che ha fatto temere il peggio a Mazin:

“Pensavo che mi avrebbero assalito per quella scena nella tenda, in cui non si baciano e non stanno ancora insieme. Mi dicevo: ‘Vi prego, aspettate una settimana, e poi capirete.’”

Nonostante i rischi, Mazin si è detto soddisfatto della libertà creativa concessagli e ha sottolineato quanto fosse importante per lui onorare lo spirito del gioco, pur senza sentirsi obbligato a replicarlo scena per scena. L’obiettivo? Raccontare una storia emotivamente autentica anche sul piccolo schermo.