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Stop Killing Games supera 1,4 milioni di firme: obiettivo raggiunto con 10 giorni d’anticipo

di: Luca Saati

La petizione europea “Stop Killing Games” ha superato quota 1,4 milioni di firme, raggiungendo l’obiettivo prefissato con dieci giorni di anticipo sulla scadenza ufficiale. Questo traguardo garantisce che l’iniziativa sia legittimata agli occhi della Commissione Europea, anche qualora una parte delle firme dovesse risultare non valida.

Il numero continua a crescere, probabilmente anche grazie alle recenti dichiarazioni di alcune figure controverse del settore, che hanno contribuito a riaccendere il dibattito.

Un movimento per la preservazione videoludica

Il movimento Stop Killing Games si batte per la preservazione dei videogiochi, con l’obiettivo di evitare che i titoli acquistati dai consumatori diventino inaccessibili dopo la chiusura dei server. La richiesta non è quella di obbligare publisher e sviluppatori a supportare i giochi in eterno, ma di fornire un metodo per mantenerli giocabili, anche in modalità offline, una volta terminato il supporto ufficiale.

Un estratto della petizione chiarisce:

“Questa iniziativa chiede che gli editori che vendono o distribuiscono videogiochi nell’Unione Europea (o contenuti correlati) siano obbligati a lasciare i giochi in uno stato funzionale (giocabile).

In particolare, si intende impedire la disattivazione remota dei videogiochi da parte dei publisher, a meno che non venga fornito un mezzo ragionevole per continuare a giocarli senza il coinvolgimento dell’editore stesso.”

L’iniziativa non richiede la proprietà del software né dei diritti di monetizzazione o creativi, né impone al publisher di fornire risorse aggiuntive una volta cessato il supporto. L’unico vincolo è che il gioco resti almeno minimamente funzionante per l’utenza che lo ha acquistato.

Ubisoft al centro del dibattito

La spinta finale alla petizione è arrivata dopo le dichiarazioni del CEO di Ubisoft, Yves Guillemot, che durante un’assemblea degli azionisti ha ribadito che “nulla è eterno” e che i giochi hanno un ciclo di vita naturale, destinato a concludersi con la loro messa offline. Ubisoft è stata al centro della polemica dopo la rimozione definitiva di The Crew e la futura disattivazione di altri titoli online.

Prossimi passi: la parola passa all’Unione Europea

Con il superamento del milione di firme, la petizione entra ora nella fase di valutazione da parte del Parlamento Europeo. I membri della Commissione analizzeranno i contenuti e le richieste, valutando eventuali iniziative legislative. La strada è ancora lunga, ma il movimento ha ormai guadagnato una visibilità politica concreta.