Stimulus Package non è passato di certo inosservato. Se da un lato si è assicurato incassi record, dall’altro è stato da molti criticato per il costo non proprio abbordabile e per la presenza di mappe riciclate dal passato episodio. Ad infiammare ulteriormente gli animi interviene Jesse Divnich, analista di Electronic Entertainment Design and Research, che si è reso protagonista di alcune dichiarazioni quantomeno discutibili.

L’analista asserisce che il prezzo del DLC imposto ai videogiocatori è addirittura più basso di quello che avrebbe dovuto essere. Questo soprattuto per la velocità alla quale è stato venduto. Di solito un’espansione di questo tipo è scaricata in media dal 20% di coloro che acquistano il gioco originale, Questa è la soglia massima, utilizzata come riferimento dalle software house per il calcolo dei guadagni. Per Stimulus Package è stato diverso: il 20% dei giocatori ha scaricato il DLC in meno di una settimana, facendo prevedere un tetto del 35% da raggiungere durante l’intero “corso di vita” del gioco. Secondo Divnich Activision avrebbe potuto andare ben oltre i 15 euro, senza incorrere in alcuna perdita. Le lamentele sarebbero solo indice di un discontento che non impedisce al consumatore di acquistare il prodotto. Come dire, l’importante è vendere, non rendere felice chi compra…