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Splitgate 2, critiche alla campagna da 400.000 dollari per gli influencer

di: Luca Saati

Lanciato il 6 giugno 2025, Splitgate 2 non ha ricevuto l’accoglienza sperata da 1047 Games. Dopo una serie di scivoloni comunicativi – tra cui un’apparizione molto criticata del CEO Ian Proulx al Summer Game Fest – l’entusiasmo per il titolo si è rapidamente affievolito, aggravato ulteriormente dalla presenza di microtransazioni giudicate eccessive fin dal lancio.

Ora che è passato più di un mese dall’uscita, la community ha avuto modo di riflettere sul reale impatto del gioco, e i numeri parlano chiaro: il calo costante di giocatori e il traffico ridotto su piattaforme come Twitch e YouTube sembrano indicare un lancio tutt’altro che riuscito.

Una campagna da oltre 400.000 dollari (spesi male)

Un recente report pubblicato su LinkedIn da Nick Lombardi, co-fondatore di Streamforge, ha analizzato le strategie promozionali di Splitgate 2, concentrandosi in particolare sull’investimento negli influencer. Secondo Lombardi, 1047 Games avrebbe speso circa 408.542 dollari in campagne di influencer marketing, con risultati discutibili.

Il budget è stato fortemente sbilanciato verso Twitch, che ha ricevuto l’83,6% dell’investimento totale, pur generando meno del 20% delle visualizzazioni complessive. YouTube ha ottenuto il 12,8% del budget, mentre YouTube Shorts solo il 3,4%, nonostante abbia totalizzato quasi 5 milioni di visualizzazioni. TikTok, invece, non ha ricevuto alcun investimento diretto, sebbene abbia generato oltre 7 milioni di visualizzazioni organiche – un’occasione mancata evidente.

“Make FPS Great Again”: una strategia mal calibrata

Lombardi sottolinea come la campagna, pur tecnicamente ben eseguita, sia stata incentrata su un prodotto che ha finito per allontanare la sua fanbase storica, nel tentativo di raggiungere un pubblico più ampio. Il risultato? Una perdita di entusiasmo da parte dei content creator e un ritorno sull’investimento deludente.

Un elemento chiave del suo report riguarda il post-lancio: licenziamenti interni avvenuti poche settimane dopo l’uscita e la rinuncia allo stipendio da parte dei co-fondatori. Segnali di un momento molto difficile per lo studio, che neanche una campagna da centinaia di migliaia di dollari ha potuto evitare.

“Nessuna strategia con gli influencer può compensare un prodotto che manca di un reale allineamento con il mercato e comunica nel modo sbagliato.”