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Sony vs GeoHot: questione chiusa!

Console tribe news - Sony vs GeoHot: questione chiusa!

di: Luca "topmoller" Zerbini

In gergo calcistico potremmo definirlo un pareggio a reti inviolate, in termini giuridici si tratta di un patteggiamento attraverso il quale cadono tutte le accuse mosse verso il giovane hacker. Dopo mesi di battaglie legali, Sony e George “Geohot” Hotz hanno confermato di aver risolto la loro controversia al di fuori dei tribunali. Tutti amici come prima.

Il colosso giapponese e Hotz hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per annunciare la risoluzione della causa intentata da SCEA verso l’hacker alla corte federale di San Francisco, in California. Le parti avrebbero raggiunto un accordo il 31 marzo 2011. Come parte della transazione, Hotz ha acconsentito ad una ingiunzione permanente.

I dettagli dell’accordo sono già trapelati nonostante GeoHot si sia rifiutato di discutere i particolari sul suo blog etichettandoli come confidenziali. Il giovane ora è vincolato da una ingiunzione permanente che gli vieta di trattare qualsiasi tecnologia che eluda un prodotto di Sony, compreso qualsiasi tipo di codice di decrittazione. Il divieto va esteso anche al solo assistere a tali attività o alla distribuzione di informazioni riservate sulla società nipponica. Ad ogni violazione del contratto verranno addebitati $ 10.000 fino ad un tetto massimo di 250.000 dollari.

In un comunicato stampa, sia Sony che Hotz hanno espresso la loro soddisfazione dopo il trambusto nato nel mese di gennaio. SCEA ha ribadito che l’unica motivazione era quella di proteggere la propria proprietà intellettuale e i consumatori. Con questo accordo l’obiettivo è stato raggiunto. Dall’altra parte GeoHot ha dichiarato di non essere mai stato mosso dalla volontà di causare problemi agli utenti o diffondere la pirateria.

Il blog dell’hacker ha ricevuto commenti che incoraggiano la gente a boicottare i prodotti Sony. Al di fuori del comunicato ufficiale, Hotz ha risposto che la lotta è ancora in corso, bisogna avere fiducia in lui. Il post originale recita che l’hacker non potrà mai acquistare un altro prodotto Sony e incoraggia gli altri a prendere esempio.

Il caso era iniziato a diventare un vero e proprio spauracchio per la Sony dopo i messaggi del gruppo Anonymous. Ora bisognerà capire le intenzioni della società rispetto agli altri hacker coinvolti. Nessun vincitore e nessun vinto. Tutti contenti?