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Sony: è un po’ problematico rendere 3D i vecchi giochi

Console tribe news - Sony: è un po' problematico rendere 3D i vecchi giochi

di: Luca "lycenhol" Trevisson

Aggiungere una nuova feature a un gioco da sviluppare è sicuramente più semplice che inserirla in un titolo belle che finito. Ma pensavamo che l’introduzione del 3D stereoscopico non fosse un passo così problematico. Piuttosto sembra che sia il contrario. Simon Benson, senior development Sony, parlando con l’Official Playstation Magazine ha dichiarato che più titoli supporteranno il 3D, ma che importarlo nei giochi “vecchi” è un po’ problematico per la richiesta dell’output in HD.

?I?m sure we will [retrofit more games with 3D], as adding 3D to a game can make it a whole new experience, “[but] retrofitting 3D is actually harder than building 3D into a game from the outset.

“One of the big issues is that all of the game assets were designed to work with only one HD output. Being able to render them twice to make a 3D output can be a challenge.

“Also, the game interfaces are often designed to only work in 2D. The process used [to] covert the games varies greatly? so there isn?t really a ?one size fits all? solution.?

Che equivale circa a:

Io sono sicuro che lo faremo [introdurre il 3D in più giochi già pubblicati], come lo sono che aggiungere il 3D a un gioco possa offrire un’esperienza completamente nuova. [Ma] rendere retrocompatibili al 3D dei giochi è attualmente più duro che inserire il 3D in un titolo il cui sviluppo è all’inizio.

Uno dei problemi maggiori è che tutti gli assetti dei giochi sono stati disegnati per lavorare con una singola normale uscita HD. Essere capaci di renderizzare le cose due volte per fare un uscita 3D può essere una sfida.

Inoltre, le interfacce di gioco sono spesso disegnate per funzionare solo in 2D. Il procedimento usato per convertire i giochi varia molto… non c’è un modo che realmente va bene in tutti i casi.

La spiegazione di queste parole è abbastanza semplice: mentre un gioco classico prevede il rendering di ambienti tridimensionali, un gioco che supporti il 3D stereoscopico deve prevedere il rendering degli ambienti visti da un punto di vista per i frame pari, e lo stesso con un’inquadratura leggermente discostata per i frame dispari (per riprodurre la percezione dei nostri occhi che sono distanti alcuni centimetri offrendo di fatto visuali differenti, è poi il cervello che unisce le visuali ricavando l’informazione di profondità sulla base delle differenze colte). In seguito gli occhialini fanno si che l’occhio destro veda solo i frame pari e il sinistro solo i dispari (o il contrario a seconda degli standard dei televisori).
Quindi può essere necessario uno stravolgimento del modo di funzionare della parte grafica dei titoli, per ottenere le due visuali e mischiarle.
C’è anche il problema delle interfacce, che spesso non sono altro che semplici immagini incollate sulle renderizzazioni del gioco, una sorta di “bitmap piana”. Per funzionare nel 3D stereoscopico necessitano di diventare delle entità tridimesionali, per sposarsi con il concetto di volumetria spaziale. Altrimenti non risulterebbero coerenti con l’insieme e provocherebbero in pratica solo dei gran mal di testa agli utilizzatori dei giochi.
Comunque presto sperimenteremo i primi esempi di titoli 3D, con la riproposizione di Wipeout HD, Super StarDust HD e Pain. Per vedere il nuovo effetto applicato a qualcosa di nuovo, dovremo aspettare probabilmente la nuova generazione di uscite.
Ricordiamo che il firmware per PS3 che supporterà il 3D sarà disponibile dal 10 Giugno.