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Shawn Layden sulla nascita di Playstation: per i dirigenti di Sony era una follia

di: Luca Saati

In una lunga intervista rilasciata a Eurogamer, Shawn Layden, ex capo di Playstation America e ora consulente per il colosso cinese Tencent, ha ripercorso i 30 anni di storia di Playstation.

Layden fu uno di quei dirigenti che vide nascere il brand Playstation e uno dei responsabili di questo grande successo.

Una follia per i dirigenti

Shawn Layden ricorda gli inizi di PlayStation, quando Sony entrava in un mercato dominato da Sega e Nintendo. “Molti dirigenti pensavano che fosse un’impresa folle,” racconta. Tuttavia, la visione di Ken Kutaragi e il supporto del presidente Sony Norio Ohga hanno portato alla creazione di una console rivoluzionaria. Un momento chiave? L’abbandono del progetto SNES-CD con Nintendo, che spinse Sony a sviluppare la prima PlayStation in autonomia. “Molti pensavano che stessimo correndo un rischio. È stata una lotta per portare il nome Sony sulla macchina: non volevano essere associati a questo nome“.

Nel 1996, appena 10 giorni dopo essere entrato in PlayStation, Shawn Layden si trovò catapultato all’E3. “Non avevo nemmeno i biglietti da visita e non sapevo cosa fosse l’E3,” racconta. L’evento si rivelò una full immersion nel mondo dei videogiochi e una conferma del potenziale della console, che aveva già conquistato il Giappone e gli Stati Uniti.

L’apporto di Sony Music e il focus sui third party

Sony ha costruito PlayStation come “The People’s Platform“, dando priorità ai titoli di terze parti. Shawn Layden spiega: “Non volevamo monopolizzare i giochi con titoli first-party, come facevano Nintendo e Sega. Dovevamo rendere la piattaforma attraente per tutti gli sviluppatori.” Questa scelta ha portato alla nascita di generi innovativi e giochi iconici come PaRappa the Rapper e Shadow of the Colossus, dimostrando il potenziale della console.

Shawn Layden rivela un dettaglio curioso: metà del team originale di PlayStation proveniva da Sony Music. “Erano incredibili nelle relazioni pubbliche,” afferma. Un esempio? Convincere Square a portare Final Fantasy VII su PlayStation invece che su Nintendo. “È stato il momento in cui tutti hanno capito che Sony faceva sul serio,” spiega Layden. La fusione tra tecnologia e intrattenimento si è rivelata vincente. Questo ha anche portato ad altre collaborazioni con terze parti che hanno dato vita a generi iconici, tra cui Resident Evil e Metal Gear Solid, lodando Capcom e Kojima Productions per aver spinto i limiti creativi.

Il marketing di PlayStation, guidato dal team Sony Music, rivoluzionò la pubblicità dei videogiochi. Shawn Layden spiega: “Abbiamo pubblicizzato i giochi come si promuovono le rock band: con mistero e fascino.” Dalla Giappone all’Europa, gli spot di PlayStation ridefinirono il modo di comunicare i videogiochi, contribuendo al successo globale del brand.

Wipeout fu tra i videogiochi più acclamati in termini di marketing all’epoca. WipEout non era solo un gioco; è diventato un fenomeno culturale. Shawn Layden ricorda il design ispirato alla musica EDM e la colonna sonora, che ha introdotto i giocatori a band come The Prodigy e Chemical Brothers. Le postazioni WipEout sono persino arrivate nei nightclub, rendendo il gaming parte della vita notturna. Le campagne pubblicitarie provocatorie hanno scatenato polemiche, inclusi i rumors sull’associazione del gioco alla cultura delle droghe. Layden ridimensiona la questione: “Le leggende urbane sono belle… le persone trovano significati dove magari non ce n’erano.