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Secondo anniversario dell’attacco hacker al PSN

A due anni di distanza, ripercorriamo la faccenda in maniera sintetica

di: Gianmarco Forcella

Il 21 aprile 2011 il PSN andò down per un motivo non precisato fino a quando non fu Sony stessa, quasi una settimana dopo l’accaduto, ad affermare di essere stata vittima di un attacco hacker. Il fatto fu così ecclatante che la nota agenzia di stampa Reuters lo definì “la più grande violazione di sicurezza su Internet“.

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    Inizia l’attacco al PSN
  • 20/04
    Il PSN, in via precauzionale, viene spento mostrando il messaggio di manutezione
  • 25/04
    Nel blog ufficiale Sony viene annunciato che non c’è una data precisa per il fix
  • 26/04
    Sony conferma “l’intrusione illegale”
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    Annunciato il pacchetto “Welcome Back”
  • 02/05
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    Alcuni servizi ritornano online: rilasciato il firmware 3.61
  • 18/05
    Altro exploit trovato nel sito SOE

Durante l’arco di tutta la vicenda, la società nipponica non fu mai in grado di affermare con certezza se dati sensibili degli utenti fossero stati “catturati” o meno dagli hacker che avevano effettuato l’attacco.
Il danno, naturalmente, non c’è stato solo per Sony (che durante quel periodo perse una buona parte del suo valore in borsa) ma anche per tutte quelle società/sviluppatori indie che vendevano i loro giochi solo ed esclusivamente dall’eShop per Playstation 3.

Per arginare la situazione e scusarsi con gli utenti Sony annunciò a maggio il pacchetto “Welcome Back“, dove venivano offerti in maniera del tutto gratuiti quattro giochi PS3 e PSP a scelta da una lista assieme a trenta giorni di PS +.

Infine a giugno, grazie ad una semplicissima “SQL injection”, il sito di Sony fu vittima di un nuovo attacco hacker che causò la perdita di oltre 1.000.000 di dati sensibili degli utenti registrati.

A due anni dalla vicenda, ancora però non è molto chiaro chi sia stato il mandante di questo attacco: se Anonymous, LulzSec o qualche altro nucleo di hacker. Come però afferma il noto sito americano CNET, sarebbe stato proprio il secondo gruppo di hacktivisti la mente dietro all’attacco del PSN: meno di una settimana fa infatti, quattro ragazzi di età compresa tra i 18 e i 26 anni sono stati arrestati dopo aver confessato di aver hackerato oltre 70 milioni di account PSN.

Nessuna compagnia è perfetta e niente è inviolabile ma il lavoro che Sony da due anni a questa parte ha cercato di creare, specie tramite le varie esclusive del PS +, è senza dubbio da lodare: si spera che il colosso nipponico non sia di nuovo vittima di un gesto simile.