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Il regista di Kong: Skull Island parla dei film tratti dai videogiochi

di: Luca Saati

Jordan Vogt-Roberts, regista di Kong: Skull Island e del film di Metal Gear Solid in uscita prossimamente, in una recente intervista ha spiegato come mai secondo lui i film tratti dai videogiochi sono di pessima qualità:

“Credo ci siano un paio di problemi. Penso che i filmmaker abbiano guardato ai film dei videogiochi pensando ‘oh è figo, è appariscente’ ma che ci sia poco desiderio di capire davvero il tono e le atmosfere. Una grossa parte del problema è il non prendersi l’impegno di basarsi sul materiale di partenza potendo semplicemente affermare: ‘no questo è ciò che rende il gioco fantastico quindi concentriamoci su questo’.”

Il regista ha fatto un paragone con i cinecomic:

“Tolte alcune cose realizzate molto presto come il Superman di Donner, ci sono stati quasi 30 anni in cui le persone non riuscivano a realizzare un film tratto dai fumetti. Penso che molto avesse a che vedere con gli studi che non capivano il genere, non capivano i fumetti e poi non lavoravano con registi affidabili che amavano queste proprietà intellettuali. C’è voluto uno come Sam Raimi che è interessato e ama Spider-Man da quando era un ragazzo, e che sostanzialmente ha affermato: ‘ne capisco di cinema, ne capisco di fumetti quindi come traduco queste due cose?’

Credo che non siano ancora stati scelti i giusti filmmaker per gli adattamenti dei videogiochi, persone che hanno il loro DNA e il loro cervello riconfigurato dai videogiochi. Se cresci con i videogiochi, c’è un linguaggio al loro interno che penso entri nel tuo cervello sin dalla più tenera età. Per me tutto si riduce a una domanda molto semplice: quali sono le sensazioni che ti suscita un videogioco? Non mi interessa se giochi ad Halo, Gears of War, Call of Duty, Destiny, Zelda o Metroid, tutti quei giochi ti fanno sentire qualcosa di specifico. Ognuno di loro ha una definibile differenza nel modo in cui ti fanno sentire e nel modo in cui lo trasmettono. Ciò che mi affascina è la questione: ‘come si ricrea quella sensazione in maniera intelligente e all’interno del linguaggio cinematografico?’

Sto semplicemente cercando di far parte di un’ondata di persone che vede l’idea di parlare di un film e di affermare ‘dà la sensazione di un videogioco’ come qualcosa di positivo piuttosto che qualcosa di negativo. Preso le persone non assoceranno più negativamente giochi e film. Penso che sarà un paragone positivo.”