Rage, primo strabiliante test

L?impatto col gioco è sconvolgente. Rage è semplicemente bellissimo. Texture che sembrano provenire dal pianeta Marte, sempre nuove e mai ripetitive, gestite da una un motore di gioco proprietario davvero all?avanguardia. Ogni luogo, ogni capanna e ogni cattivone ha un suo perché, diversamente dalla maggior parte degli open world games che tendono a riproporre ?tipi fissi? per ambientazioni e fauna/flora.

Lo stile del gioco è molto simile a Borderlands, per la palette cromatica e il cel-shading, con personaggi e oggetti molto delineati e in contrasto netto con il paesaggio dal quale sembrano spiccare. Ovviamente il dettaglio grafico rispetto a quello di Borderlands si attesta su altri livelli: edifici, armi e veicoli risultano eccezionali mentre le animazioni facciali dei corpi e del volto rendono gli NPC credibili come in nessun altro gioco post-apocalittico. Pochi titoli sono degni di confrontarsi con Rage su quest?aspetto.

La demo permetteva di provare alcune meccaniche di combattimento e alcuni veicoli. Pochi i nemici incontrati: una gang stile inglese, alcuni banditi, mutanti e giganteschi Behemoth. Tra le armi va segnalato un boomerang a tre braccia stile Dark Sector che spiccava sull’arsenale di armi da fuoco, ricco e ben modellato. Armi e veicoli sono estremamente personalizzabili, in perfetto stile RPG.

La quest della demo prevedeva come ambientazione la città di Wellspring, occupata da una gang di banditi. Il nostro scopo era liberarla dai malvagi occupanti e permettere agli abitanti di utilizzare l?unico pozzo nel raggio di chilometri, posto al centro città. Il design a metà tra Fyrestone e Megaton (la prima città di Borderlands e la seconda città di Fallout 3 n.d.r.) invitava ad un?attenta esplorazione che purtroppo non ci è stata concessa.