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Polizia: la violenza nei videogiochi causa l’aumento della criminalità

Videogiochi sotto accusa in Australia

di: Luca "topmoller" Zerbini

Un commissario di polizia australiano ha pubblicamente denunciato i videogiochi per l’aumento della criminalità dal momento che consentono ai ragazzi di agire da criminali virtuali guadagnando incentivi per gli atti di violenza in-game.

Parlando con il Telegraph, Andrew Scipione del dipartimento di polizia di New South Wales ha dichiarato:  

Come può non riguardarti se un giovane adolescente cresce in un’epoca dove essere violenti è quasi lodevole e in cui ci si impegna quotidianamente nel crimine virtuale per ore e ore di fila”.

Le dichiarazione giungono una settimana dopo che il PEGI è diventato legge nel Regno Unito dando un chiaro orientamento ai genitori su quali giochi sono sicuri per i bambini.

“Tu vieni ricompensato per uccidere la gente, violentare le donne, rubare i soldi dalle prostitute, fare incidenti in auto e uccidendo la gente…

…Questo non incide sulla stragrande maggioranza ma se incide anche su una o due persone che cosa hai ottenuto? Hai in giro qualche giovane persona potenzialmente disturbata che ha accesso ad armi come coltelli o è abile con i pugni e che può vivere quella vita per le strade della moderna Australia. Questo è preoccupante.”

Cosa pensate di queste dichiarazioni? La violenza causata dai giochi è una vecchia questione che dovrebbe essere messa a tacere oppure c’è un fondo di verità?