Operazione Anti-Security: la guerra è aperta
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di: Stefano "FefoShiro" Veritiero“Insieme possiamo difenderci in modo che la nostra privacy non sia invasa da avidi approfittatori. Il vostro cappello può essere bianco, grigio o nero, la pelle e la razza non sono importanti. Se siete a conoscenza di forme di corruzione, fatecelo sapere, in nome dell’Anti-Security. La priorità è rubare qualsiasi informazione governativa classificata, tra cui e-mail e documentazione. I bersagli principali sono le banche e altri istituti di alto profilo. Se cercano di fermare i nostri progressi, cancelleremo il censore con cannonate unte di sangue di lucertola”.
Sebbene nel recente passato il gruppo sovversivo Anonymous abbia preso le distanze dai ‘colleghi’ di LulzSec, sembra ad oggi invece sia stata stretta una solida alleanza tra le due fazioni che sfocia nella cosiddetta operazione “Anti-Security”.
L’obiettivo è di sottrarre e pubblicare informazioni classificate ai governi di tutto il mondo, attaccando i siti delle diverse agenzie. I due gruppi dunque mettono da parte le proprie differenze congiungendosi per raggiungere un obiettivo comune.
L’ operazione è già in atto ed il primo obiettivo colpito è stato il SOCA, un agenzia di polizia britannica che ha deciso comunque di rendere il proprio portale offline, anche se fortunatamente non sono stati trafugati dati sensibili. Non finisci qui, di nuovo nel mirino hacker sembra essere finita Sony, che dopo un periodo di calma apparente ha subito un attacco da parte di due hacker, il libanese Idahc e il francese Auth3ntiq, che hanno reso pubblica una lista di email ottenuta dall’ attacco a Sony Picture Francia. In questo frangente il numero di mail sottratte è di 177.172, ma quelle realmente pubblicate sul sito Pastebin sono solamente 70. L’attacco è stato portato a termine con la tecnica dell’SQL Injection, lo stesso metodo già usato per attaccare con successo SonyPictures.com, Sony Pictures Russia, Sony Ericsson e Sony Music Entertainment.
Nel frattempo, mentre Sony ha aperto l’ ennesima inchiesta per fare chiarezza sull’ accaduto, l’ Unione Europea ha reso operative nuove restrizioni per gli istituti di credito, obbligati a rendere pubblico il trafugamento di dati sensibili qualora si verificasse. Queste le parole di Viviane Reding, vice-presidente della Commissione europea al British Bankers ‘Association: “Capisco che alcuni nel settore bancario siano preoccupati, dato che un obbligo di notificazione sarebbe un ulteriore onere amministrativo. Tuttavia, credo che l’obbligo di comunicare gli episodi di grave violazione della sicurezza dei dati è del tutto proporzionato e accrescerebbe nei consumatori fiducia nella sicurezza dei dati e nei meccanismi di controllo”.