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Nintendo: digital delivery allo stesso prezzo del retail

Satoru Iwata dice la sua sulla "giusta" politica nei confronti della distribuzione virtuale di giochi

di: Antonio "Difio" Di Finizio

In una generazione in cui sempre più sta prendendo piede il digital delivery come mezzo di vendita e diffusione di un gioco per le console, il dibattito si fa sempre molto acceso quando si va a parlare dei prezzi.

Molto spesso, infatti, i giocatori si aspettano da un gioco comprato “virtualmente” un prezzo quantomeno inferiore a quello nei negozi. I motivi che sostengono questo pensiero sono pochi, ma quei pochi sono indiscutibili. E’ fuori da ogni dubbio che, da parte della software house, il prezzo complessivo di produzione di un gioco in digital delivery sia nettamente più basso rispetto a quello “fisico”. Nonostante il gioco in sé e per sé sia lo stesso, non devono essere sostenuti dal publisher i costi di trasporto e di stampa (che si raccolgono nei costi di distribuzione) e non c’è più il guadagno dei retailer finali e di eventuali altri personaggi intermedi. Insomma, certamente un gioco su disco in digital delivery non lo troveremo mai a meno di un euro, ma allo stesso tempo è ovvio che non sia corretto venderlo allo stesso prezzo del gioco al dettaglio.

Così non la pensa Nintendo: in una conferenza con gli investitori, il CEO Satoru Iwata ha dichiarato che non vede alcun motivo per cui un gioco in digital delivery debba costare meno rispetto a quello fisico in quanto “il prodotto alla fine è il medesimo, non è che il gioco distribuito virtualmente abbia meno valore”. Iwata ha precisato di aver avuto questo tipo di discussione con altre software house e anche se alcune ritenevano giusta una riduzione dei prezzi in favore del titolo digital delivery, altre erano convinte di dover mantere lo stesso prezzo.

Iwata ha così “giustificato” la propria politica in merito alla distribuzione virtuale, facendo notare agli sviluppatori che un passaggio a questa porterebbe ad un aumento dei profitti (grazie diremmo noi, è ovvio che se i costi all’utente finale rimangono invariati quel guadagno va tutto al publisher). Iwata ha poi precisato, per non far spaventare i retailer, che nella sua idea saranno acquistabili i giochi in DD anche dai rivenditori.

Che ne pensate voi?