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Microsoft: Italia paese di pirati

Console tribe news - Microsoft: Italia paese di pirati

di: Luca "topmoller" Zerbini

Quante volte avete udito persone lamentarsi di una mancata localizzazione, del mancato arrivo di un gioco o della mancanza di software house italiane di un certo livello? Probabilmente il motivo è semplice ma di difficile soluzione.

Secondo un report di Microsoft Italia, presentato in collaborazione con il consolato degli Stati Uniti a Milano, il nostro Paese appartiene di diritto al cosiddetto libro nero delle nazioni con il più alto tasso di contraffazione e ciò rende l’Italia poco appetibile e interessante.

Mentre la media europea del tasso del mercato pirata si attesta al 33%, l’Italia balza ad un mesto 49% che, seppur distante dal 58% della Grecia, non è di buon auspicio per il futuro. Inutile sottolineare i benefici sul sistema attraverso maggiori introiti, investimenti e posti di lavoro che si avrebbero riducendo il fenomeno.

Sonia Tarantolo, Vice Console per gli Affari Politici ed Economici del Consolato Generale USA a Milano, ha cercato di inquadrare il problema:

La proprietà intellettuale è una delle principali ricchezze delle nostre società e un fondamento essenziale per economie avanzate come quella italiana e quella americana. La proprietà intellettuale offre l’opportunità a chi ha creatività di investire e di costruire sulle proprie idee, non solo a proprio beneficio, ma per il bene di tutti. Ci permette di innovare, di crescere e di prosperare. Per questa ragione, il miglioramento della sua tutela è un elemento presente da molto tempo nella politica estera del mio governo. Senza una forte protezione della proprietà intellettuale gli imprenditori, gli inventori, gli artisti, gli sviluppatori di software e le aziende avrebbero poco interesse a innovare e investire. Gli Stati Uniti e altri Paesi come l’Italia hanno lavorato per decenni al fine di estendere la tutela dei diritti in maniera più ampia possibile in tutto il mondo. Il nostro impegno sta avendo successo ma bisogna lavorare ancora molto per far sì che la proprietà intellettuale venga rispettata.

Cosa pensate al riguardo? Sono attuabili delle mosse per cambiare rotta definitivamente?