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Metal Gear Solid V: The Phantom Pain non è un semplice stealth secondo Konami

È la visione di Hideo Kojima

di: Luca Saati

Jon Edwards, direttore del marketing presso Konami, ha parlato di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain e di cosa pensa l’azienda giapponese dell’ultima opera di Hideo Kojima.

Secondo Edwards è difficile ridurre il gioco alla semplice etichetta di stealth game:

“Potrei affermare che Metal Gear Solid è praticamente la sola saga stealth vera e propria, ma lo stealth è solo una parte del complesso. L’infiltrazione è una parte chiave del gioco, ma The Phantom Pain trascende quei limiti. Potrebbe trattarsi di un vero videogioco di combattimento con elementi stealth. Ogni nuovo capitolo della serie Metal Gear Solid ha visto Mr Kojima muoversi sempre più vicino alla visione di un gioco che potesse pareggiare la sua ambizione. In The Phantom Pain si può vedere la realizzazione completa delle idee nate su PSP con Peace Walker, come ad esempio la Mother Base. C’è lo scenario open-world suggerito da Snake Eater e Guns of the Patriors e giunge a compimento in un mondo di gioco vasto e curato nei dettagli. L’open world è un’aggiunta al cuore del gioco. È di un’importanza vitale perchè mostra le dimensioni della guerra. Non trovi la sorveglianza nemica semplicemente in un posto, hanno sentinelle e posti di blocco, e spesso si dividono il controllo dei perimetri. Pattugliano per bene, il che rende la dimensione delle mappe fondamentale, perché il giocatore può scegliere tra diversi percorsi.”