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L’Audi R8 LMP900 arriva in Project Motor Racing

di: Luca Saati

Il leggendario prototipo Audi R8 LMP900 del 2002 è pronto a ruggire ancora, questa volta nel mondo digitale di Project Motor Racing. Con cinque vittorie su sei partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans e un’eredità scolpita nella storia dell’endurance, l’arrivo di questa vettura segna un momento cruciale per tutti gli appassionati di corse.

Nel 2002, l’Audi R8 si presentava per la terza volta a Le Mans. Aveva già vinto nel 2000 e nel 2001, ma quell’anno completò una tripletta storica con una delle prestazioni più schiaccianti mai viste sul circuito de La Sarthe. Nonostante il passaggio regolamentare alla classe LMP1 nel 2003, l’R8 continuò a vincere grazie all’omologazione speciale concessa alle squadre private, permettendo ad Audi e a Tom Kristensen—“Mr Le Mans”, vincitore nove volte della classica francese—di restare imbattuti fino al 2005.

Sotto il cofano, l’Audi R8 LMP900 monta un V8 biturbo da 3.6 litri a 90°, capace ufficialmente di 610 CV e 700 Nm di coppia. Ma secondo le voci, in gara erogava ben di più. Il sistema di iniezione diretta FSI migliorava risposta dell’acceleratore, consumi e tempi ai box—un vantaggio decisivo nelle gare di durata. Il cambio sequenziale Ricardo a 6 rapporti con comandi al volante era rapido e preciso, mentre la struttura monoscocca in carbonio e alluminio garantiva leggerezza e solidità: solo 900 kg, come da regolamento LMP900.

L’aerodinamica della R8, curata da Audi e Dallara, sfruttava un fondo piatto, diffusori intelligenti e un’ala posteriore regolabile per toccare i 338 km/h sulla Mulsanne (e fino a 350 km/h in configurazione a bassa resistenza). Ma la vera arma segreta era la modularità: interi gruppi posteriori potevano essere sostituiti in pochi minuti, come dimostrato dal team Joest che durante una gara cambiò un assale in appena tre minuti. Una superiorità che costrinse l’ACO a cambiare i regolamenti.

Alla 24 Ore di Le Mans del 2002, Audi Sport Team Joest stravinse con la vettura n°1 guidata da Frank Biela, Tom Kristensen ed Emanuele Pirro. 375 giri completati, una media di oltre 213 km/h e un podio tutto Audi. Anche nell’American Le Mans Series fu dominio totale: 8 vittorie su 10 gare, con l’unica concorrenza reale rappresentata dalla Panoz LMP-1 Roadster S—anch’essa in arrivo su Project Motor Racing.

La versione della R8 presente in Project Motor Racing è quella del 2002, la più affinata di sempre. Sebbene Audi abbia interrotto lo sviluppo dopo quella stagione, la vettura continuò a vincere con team privati come Team Goh (2004) e Champion Racing (2005), conquistando altre tre Le Mans e oltre 40 vittorie assolute.

La R8 non fu solo vincente, ma rivoluzionaria: il suo design modulare, le innovazioni tecniche come l’iniezione FSI e l’approccio sistematico al successo sono diventati lo standard nelle corse endurance. E mentre il mondo si preparava all’era del diesel, l’R8 chiudeva quella a benzina nel modo più dominante possibile.