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Keiji Inafune spara a zero sull’industria videoludica giapponese

Console tribe news - Keiji Inafune spara a zero sull'industria videoludica giapponese

di: Simone "PulpGuy88" Bravi

Dopo aver lasciato Capcom dopo ben 23 anni, Keiji Inafune non ha avuto certo parole al miele per i suoi ex datori di lavoro ed in generale per tutta l’industria videoludica giapponese, simile, secondo lui, ad uno stato comunista.

“Non ero felice della direzione in cui stava volgendo l’azienda, ma non è soltanto un problema di Capcom, è tutta l’industria orientale che da anni ha perso la passione per questo lavoro. Non importa quanta poca cura venga profusa nella realizzazione di un gioco, non importa se ai fan non piacerà e non importa se venderà poco. Alla fine del mese ogni sviluppatore avrà il suo assegno. E’ come in uno stato comunista: se tu lavori più sodo del solito non riceverai più soldi, tanto vale fare il minimo indispensabile.
Gli sviluppatori occidentali mettono passione nel loro lavoro, cercano costantemente di migliorarsi ed hanno fatto grandi passi in avanti, affermandosi al top anno dopo anno.”

Queste le parole al vetriolo di Inafune, sempre più convinto che il mercato giapponese sia sull’orlo del baratro.

Capcom vorrà rispondere a queste pesanti accuse? Restate su queste pagine per i futuri aggiornamenti.