Uno dei titoli più venduti negli ultimi mesi in Giappone è senza dubbio JoJo’s Bizarre Adventure: All Star Battle, picchiaduro ispirato al popolare manga e realizzato da CyberConnect2 in esclusiva per PS3, la cui uscita è prevista in Europa nella primavera 2014.

Il successo repentino del gioco, però, ha subito un brusco calo in seguito ai feedback pesantemente negativi rilasciati dagli acquirenti in merito al sistema di microtransazioni che funesta la modalità Campagna (indispensabile per sbloccare i numerosi bonus del gioco): all’inizio di ogni partita, difatti, al giocatore viene assegnata una batteria costituita da 10 segmenti, ognuno dei quali è l’equivalente dei vecchi crediti presenti nei coin-op, il cui numero va a diminuire di una unità in caso di sconfitta. Ovviamente queste batterie si ricaricano nel tempo, ma i più smaniosi possono sempre acquistare delle cariche attraverso il PSN, ovviamente sborsando ulteriore denaro, applicando così in un titolo venduto a prezzo pieno meccaniche più consone ad un free to play.

Inizialmente fissato a 20 minuti, il tempo di ricarica di ogni segmento è stato successivamente abbassato a 5, ma questo non è servito a placare il malcontento degli acquirenti, al punto da spingere Namco Bandai (publisher del gioco) a mettere in cantiere nuove correzioni.

A stupire maggiormente, però, sono le parole di Noriaki Niino di Namco Bandai, secondo le quali il team sarebbe preoccupato di come i fan abbiano male interpretato il ruolo di queste microtransazioni che, in realtà non servirebbero a spillare nuovi denari ma solo ad allungare in maniera consistente l’esperienza di gioco. Al momento la risoluzione della questione sembrerebbe affidata al rilascio di alcuni DLC gratuiti, ma l’apparente presa in giro sembra ancora lontana dall’essere smaltita, che anzi parrebbe destinata a contaminare anche i futuri acquirenti occidentali.