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Inafune: “l’industria giapponese deve dare più possibilità ai giovani”

Secondo Inafune l'industria dei videogiochi giapponese deve aprire ai "the young guys"

di: Andrea "fomento" Bollini

Keiji Inafune, ex pezzo grosso di Capcom, in una parte di un’intervista fatta con Gamasutra, suggerisce che il problema più grande dell’industria giapponese dei videogiochi sta nel fatto che le aziende (giapponesi naturalmente) fanno fin troppo affidamento “sul vecchio”, sul talento più esperto, e non danno abbastanza fiducia e possibilità ai “the young guys”.

Pensano: è solo più veloce se lo faccio io. Se lo faccio io non c’è il rischio di fallimento, afferma Inafune. Semplicemente non hanno davvero il coraggio di dare alle giovani generazioni una possibilità.
E continua affermando: Se si guarda al settore dei videogiochi giapponese in generale, diventare game director intorno ai 30/35 anni è un buon risultato se parliamo di un grande publisher o di uno sviluppatore importante. Ma in Comcept [uno degli studi che Inafune ha formato lo scorso anno], in realtà abbiamo due game director che sono sui 20 anni; e quindi stiamo dando a queste persone delle possibilità che non avrebbero mai ottenuto se fossero in Capcom o in qualche altro grande publisher. “

Inafune conclude questa parte dell’intervista affermando che, secondo lui, bisognerebbe dare ai più giovani più possibilità, così come un’istruzione e una formazione fin dalla loro tenera età, piuttosto che veder loro, questi giovani di talento, come “nemici” o come personalità scomode.