Il valore aggregante del (video)gioco all’interno della famiglia in un evento di Nintendo
In attesa dell'uscita di Mario Party 10
di: Luca SaatiIn occasione dell’uscita del nuovo capitolo del famoso party game Mario Party 10, per la prima volta su Wii U, Nintendo ha organizzato questa mattina a Milano un incontro dal titolo: “Il valore aggregante del (video)gioco all’interno della famiglia: dal classico gioco dell’oca a Mario Party 10”.
Mario Party 10 è il primo gioco per Wii U della rinomata serie Mario Party, che dal suo debutto su Nintendo 64 nel 1999, ha venduto oltre 39.6 milioni di copie a livello mondiale. Dal 1999 ad oggi, la serie, una delle più longeve in termini di numero di capitoli pubblicati, ha mantenuto inalterate le caratteristiche di sano intrattenimento che negli anni ne hanno fatto il successo: la semplicità e l’immediatezza dello stile di gioco, il grande valore del divertimento condiviso, la genuinità dei contenuti, il mood educativo – tra cui spiccano la cooperazione tra genitori e figli e tra amici, la definizione e il raggiungimento di obiettivi condivisi – e la centralità dei personaggi Nintendo, che da sempre accompagnano la crescita dei bambini. Con il traguardo importante del decimo episodio – Mario Party 10 – si raggiunge una nuova dimensione di intrattenimento. Le novità principali: oltre 70 minigiochi completamente nuovi, la possibilità di giocare in 5 contemporaneamente, grazie al Wii U Game Pad, espandendo sempre di più le potenzialità del gioco condiviso, e l’introduzione degli amiibo, le statuine interattive Nintendo che, oltre a fungere da pedine sul tabellone virtuale, possono sbloccare tabelloni a tema progettati nello stile di ciascun personaggio.
All’evento hanno partecipato in qualità di relatori: Andrea Persegati, Direttore Generale Nintendo Italia, Alessandra Carenzio, Coordinatore del Dipartimento di Ricerca del Cremit e Docente di Tecnologie dell’Istruzione dell’Apprendimento e di Metodologia delle attività formative, Università Cattolica di Milano e Piacenza, e Jolanda Restano, blogger, autrice e producer di contenuti per bambini.
L’incontro ha voluto mettere in luce come il gioco – e nello specifico il videogioco – rappresenti un momento di condivisione tra genitori e figli e abbia dunque un valore aggregante all’interno della famiglia. Contrariamente, infatti, alle allarmistiche rappresentazioni sociali, studi e ricerche hanno dimostrato come il videogioco offra nuovi e alternativi strumenti di comunicazione tra generazioni, creando un terreno comune di dialogo e confronto.
“Videogiocare è di fatto un’attività sempre più sociale e multigenerazionale, grazie alle funzioni offerte dalle nuove console, sia portatili che fisse, che invitano a condividere l’esperienza di gioco con gli amici ma anche con tutta la famiglia” – ha dichiarato Andrea Persegati, General Manager Nintendo Italia – “Il mito del bambino alienato, chiuso nella sua cameretta a videogiocare da solo, oggi lascia necessariamente il posto a un divertimento interattivo sempre più condiviso con coetanei e non. Titoli come Mario Party 10, infatti, che offrono dinamiche di gioco intuitive e immediate, adatti a grandi e piccoli, si propongono come una stimolante occasione di aggregazione e di crescita per tutta la famiglia”.
Il videogioco rappresenta inoltre un sostegno al ruolo genitoriale, contribuendo a rafforzare, arricchire e stimolare il rapporto genitori-figli e, in generale, le relazioni familiari, sviluppando opportunità di socializzazione e conoscenza interpersonale, oltre che di sperimentazione della creatività dei singoli individui.
“Il videogioco rappresenta un terreno comune di condivisione, capace di recuperare un modo di stare insieme sano e positivo: Mario Party 10, con la sua modalità multiplayer, si configura in questo senso come uno strumento ideale per supportare il consumo condiviso in chiave ludica e definire regole d’uso per le pratiche quotidiane” – osserva Alessandra Carenzio, Coordinatore del Dipartimento di Ricerca del Cremit e Docente di Tecnologie dell’Istruzione dell’Apprendimento e di Metodologia delle attività formative, Università Cattolica di Milano e Piacenza – “Videogiocare insieme crea, inoltre, un clima accogliente e non di censura: il divieto, infatti, porta inevitabilmente alla trasgressione delle regole e alla ricerca di modi per evadere il recinto. Non da ultimo, mettere in comune le esperienze comporta una riflessione su cosa spinge il bambino a giocare, su cosa gli piace e su cosa non gli piace”.
“Il videogioco può essere un momento molto aggregante per la famiglia che molto spesso, specialmente in corrispondenza di alcune fasce d’età dei figli, assiste ad un allontanamento e a un abbassamento del livello di dialogo intergenerazionale. In questo contesto, che ho vissuto in prima persona all’interno della mia famiglia” – afferma Jolanda Restano, blogger, autrice e producer di contenuti per bambini – “Il videogioco può diventare un momento di svago, condiviso sia dai genitori che dai figli, dove, per un lasso di tempo viene abbattuta qualsiasi differenza di età. Mario Party 10 si propone come “videogioco aggregante” offrendo una grande varietà di minigiochi e incoraggiando attivamente la cooperazione tra i giocatori”.