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I 5 giochi più innovativi secondo Peter Molyneux

Console tribe news - I 5 giochi più innovativi secondo Peter Molyneux

di: Bahamut Zero

Il Creative Director di Microsoft Game Studios, nonché fondatore di Lionhead Studios, il guru inglese Peter Molyneux, ha nel corso della sua carriera tenuto ben presente il concetto di “rivoluzione”, per lo meno nel suo ambiente naturale, l’àmbito videoludico.
Nel corso dell’annuale Video Games Lecture organizzata a Londra dal BAFTA – British Academy of Film and Television Arts, il creatore di Fable e Black & White ha presentato quali, secondo lui, siano stati i cinque giochi più innovativi e “rivoluzionari” che siano riusciti nell’intento di scuotere gli stereotipi precedenti a loro e proporre nuovi archetipi.
Il visionario designer ha brevemente parlato di ognuno dei seguenti videogames.

  • Dune 2: Battle for Arrakis (Westwood Studios, 1992)
    Questo titolo per DOS e Mega Drive è il primo esponente del genere RTS, ed ebbe il pregio di poter essere affrontato secondo una grande varietà di approcci a seconda dei desideri del giocatore, ora più incline alla difesa ora più votato all’attacco. Indicò per primo una terminologia in uso ancora oggi e spalancò le porte al videogaming “cerebrale”
  • Mario 64 (Nintendo, 1996)
    La storica creatura di Shigeru Miyamoto, definito “l’unico vero genio dell’industria dei videogiochi” riuscì a portare il platform nella terza dimensione nonostante tutti fossero convinti che l’esperimento non avrebbe mai funzionato. Oltre a ciò, Molyneux vede in Mario 64 il vero precursore di giochi come GTA4 e similari, poichè fu di fatto l’araldo del genere free-roaming in un ambiente tridimensionale aperto e pieno di sfide.
  • Tomb Raider (Core Design, 1996)
    Oltre i grandi pregi tecnici dell’archetipo del genere action-adventure, che si pose come innovativo sotto diversi aspetti, Molyneux ha sottolineato l’importanza della scelte effettuate da Eidos nella creazione del personaggio Lara Croft, eroina virtuale ancora in voga che ha per sempre sovvertito lo stereotipo dell’eroe tutto muscoli senza macchia e senza paura.
  • Halo: Combat Evolved (Bungie Studios, 2001)
    La discussione ha toccato poi Halo, a cui Molyneux attribuisce il merito di aver portato con successo il genere FPS su console in epoca di indiscutibile predominio della piattaforma PC. Halo introduceva poi il concetto di salute autorigenerata ed un più moderno e realistico swap delle armi equipaggiate.
  • World of Warcraft (Blizzard Entertainment, 2004)
    L’elenco si conclude col MMORPG più famoso degli ultimi anni, la cui caratteristica più innovativa sta secondo l’intervistato nella sua politica di invogliare il giocatore a proseguire nella costruzione del suo personaggio per sbloccare ricompense sempre nuove, laddove negli altri giochi era costume offrire al player fin da subito una vasta scelta di possibilità per evitare che si annoiasse.

Questi giochi avrebbero in comune il grande merito di aver significato, con le proprie caratteristiche a loro modo innovative e rivoluzionarie, l’apertura del mezzo videoludico ad un pubblico via via sempre maggiore, raggiungendo fette di pubblico che prima erano considerate inesorabilmente estranee a questo universo in principio di nicchia. Molyneux ritiene che solo il pensiero creativo e la costante innovazione possano evitare che i vari generi ristagnino ripiegandosi su loro stessi, strizzando tra le righe l’occhio al suo progetto più ambizioso, l’interattività del giocatore con Milo attraverso il Project Natal.