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Dying Light: The Beast, Techland sul reintegro della armi da fuoco nel gameplay

di: Luca Saati

In occasione del Summer Game Fest 2025, il franchise director di Dying Light, Tymon Smektała, ha parlato a GamesRadar+ del complicato rapporto che la serie ha sempre avuto con le armi da fuoco. In Dying Light: The Beast, tuttavia, le cose cambieranno: le pistole e i fucili saranno finalmente una valida alternativa alle iconiche armi da mischia.

Se Dying Light e le armi da fuoco fossero su Facebook, il loro stato sarebbe ‘è complicato’,” ha scherzato Smektała. Techland ha infatti ricevuto molte critiche dopo il primo Dying Light, con i giocatori che si chiedevano perché inserire le armi da fuoco in un gioco basato principalmente sul combattimento corpo a corpo. Per questo, in Dying Light 2, lo studio decise di rimuoverle quasi del tutto. Ma la risposta del pubblico fu immediata: “Dov’è finita la possibilità di usare le armi?

Nonostante lo studio avesse costruito la lore di Dying Light 2 esplicitamente attorno all’assenza di armi da fuoco, successivi aggiornamenti le reintrodussero, anche se con difficoltà narrative e tecniche. Tuttavia, molti giocatori continuano a considerarle poco efficaci o fuori contesto rispetto all’approccio fisico e crudo della serie.

Con The Beast, però, l’obiettivo è chiaro: raggiungere un equilibrio.

“Abbiamo deciso di dare ai giocatori la possibilità di usare le armi da fuoco se lo desiderano, ma anche di concentrarci su di esse affinché risultino all’altezza del combattimento corpo a corpo: fisiche, brutali, ma anche bilanciate, così da non sembrare troppo potenti.”

Lo sviluppatore ha inoltre precisato: “Non siamo Call of Duty”. Il cuore dell’esperienza Dying Light resta il parkour frenetico e il combattimento ravvicinato con armi improvvisate e devastanti, soprattutto nelle fasi avanzate del gioco. Tuttavia, Techland è consapevole dell’importanza di ampliare il ventaglio di possibilità offerte al giocatore.