
Dying Light: The Beast, Techland lo considera un vero e proprio terzo capitolo della serie
di: Luca SaatiNonostante la mancanza del numero 3 nel titolo di Dying Light: The Beast, Techland afferma che il gioco rappresenta a tutti gli effetti un vero e proprio terzo capitolo della serie.
In un’intervista a PC Gamer, il franchise director Tymon Smektała ha ammesso con sincerità gli errori commessi con Dying Light 2.
“Dying Light 1 era un gioco pensato per la nostra community più fedele. Un survival horror hardcore, open-world, con forti elementi di sopravvivenza. Con Dying Light 2 ci siamo dimenticati di tutto questo. È stato un successo commerciale, ma i giocatori più vicini al nostro cuore ci hanno detto che avevamo perso il mordente, la minaccia, l’orrore, la tensione.”
The Beast nasce inizialmente come un DLC di Dying Light 2, ma è cresciuto fino a diventare un gioco stand-alone con una nuova ambientazione, una storia originale e personaggi inediti. Smektała ha raccontato che la sua ultima partita completa è durata circa 37 ore, a testimonianza della profondità del progetto. “Per noi, è davvero Dying Light 3,” ha dichiarato, sottolineando che l’unico motivo per cui non si tratta di un sequel numerato è l’assenza di una “nuova funzione rivoluzionaria” tale da giustificare un cambio ufficiale nel titolo. Tuttavia, lo definisce “un vero gioco tripla A” e “molto consistente”.
A rendere ancora più interessante The Beast è il ritorno di Kyle Crane, protagonista del primo Dying Light, ora assetato di vendetta dopo essere stato imprigionato e sottoposto a esperimenti da parte del misterioso scienziato noto come il Barone. Questi test gli hanno conferito poteri sovrannaturali, alimentando una trama che promette tensione, azione e un ritorno alle atmosfere cupe e oppressive tanto amate dai fan del primo capitolo.