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Andrew House parla di PS Vita e dei vecchi franchise

Il boss Sony si sbilancia sulle produzioni portatili e sui reboot

di: Simone Cantini

Alzi la mano chi, seppur disgustato dalla moda dei remake in alta definizione, sarebbe assai felice di veder tornare in auge vecchie glorie del calibro di Crash Bandicoot o Spyro. I fan li richiedono a gran voce con frequenza sempre maggiore, ma almeno sino ad oggi pare che Sony (nel caso delle due IP citate) non sia intenzionata a riprendere in mano franchise che tanto contribuirono al successo della loro prima console.

Eppure, almeno stando alle parole del presidente e CEO del colosso nipponico Andrew House, qualcosa potrebbe muoversi in un prossimo futuro, almeno stando alle parole rilasciate nel corso di un intervista a Telegraph:

Questo [dei reboot] è un terreno davvero insidioso. Concettualmente è un qualcosa di cui abbiamo già discusso a lungo e per noi rappresenterebbe una svolta. Ci siamo detti che non ci sarebbe nulla di sbagliato nel riproporre personaggi impressi nella memoria dei giocatori e che hanno fatto parte della nostra infanzia o giovinezza. Non mi sento affatto di lasciare chiusa una porta.

Meno felici, almeno per noi occidentali, le attenzioni riservate a PS Vita e alle grosse produzioni a lei dedicate. Stavolta a raccogliere le impressioni e i pensieri di House ci ha pensato IGN, ai cui microfoni House si è così espresso parlando dei giochi tripla A rivolti all’handheld e alla loro progressiva scomparsa grazie all’introduzione del Remote Play:

Sappiamo che moltissimi giocatori stanno accogliendo ed utilizzando tale funzione e pare che la stiano apprezzando molto, ma ciò ovviamente porta a stravolgere le dinamiche. Dato che il Remote Play permette di giocare ai titoli PS4 su Vita in ogni momento, c’è ancora bisogno di grosse produzioni portatili? Credo che la domanda sia destinata a non avere una risposta definitiva ancora per un po’.

Sembra evidente come Vita sia una macchina degna di produzioni tripla A in Giappone, sia per motivi di funzioni che di mercato. Questo per me è un dato di fatto anche se trovo difficile applicare un simile ragionamento agli altri mercati.

In soldoni: i giochi vanno dove il mercato compra. Anche se non sappiamo quanto simili parole faranno felici tutti coloro che, pur abitando al di fuori dell’arcipelago nipponico, hanno investito e continuano ad investire nella piccola di casa Sony.