Comic Recensione

Xerses

di: Simone Cantini

Frank Miller torna a calcare le sabbie roventi della storia con Xerxes: La Caduta della Casa di Dario e l’Ascesa di Alessandro, un’opera che si propone come prequel e sequel spirituale del celebre 300. Ma se vi aspettate lo stesso impatto visivo e narrativo, preparatevi a un bagno di realtà (e di inchiostro). A dispetto del suo illustre predecessore, il nuovo lavoro dell’autore statunitense non riesce a bissarne il successo qualitativo, lasciando più di un dubbio nella mente di chi ha amato l’epica avventura di Leonida e compagnia belligerante.

Tra passato e futuro

Con Xerxes: La Caduta della Casa di Dario e l’Ascesa di Alessandro, Miller sceglie di giocare su due fronti, proponendo una storia che si colloca in bilico tra il prequel ed il sequel. La storia si apre con la storica battaglia di Maratona, data 490 a.C., ed offre lo spunto per agganciarsi idealmente a quel 300 che è ormai parte integrante della cultura fumettistica mondiale. Le analogie con l’immortale capolavoro di Miller sono molteplici, a partire dalla costruzione delle vicende che, pur perdendo gran parte della loro epicità a causa del cambio di attori in scena (non più abili guerrieri spartani ma un manipolo di gente comune, mossa dal desiderio di preservare la propria patria). A dispetto di questa variazione, non mancano elementi in grado di spiccare e fungere così da ideale collante con le vicende che tutti conosciamo: che si tratti dell’ambiguo Milziade, del letale Eschilo o dello scaltro Temistocle, c’è di che leccarsi i baffi per il modo in cui Miller riesce a tratteggiare con efficacia simili figure storiche, capaci di bucare letteralmente le pagine.

Purtroppo, però, la situazione muta notevolmente in seguito alla sconfitta dell’esercito persiano, con l’autore americano che, sicuramente per scongiurare il pericolo di percorrere in maniera pedissequa la strada battuta con il citato 300, opta per una marcata variazione stilistica. La seconda parte di Xerxes: La Caduta della Casa di Dario e l’Ascesa di Alessandro, in cui viene trattata l’ascesa del re persiano a cui l’albo è intitolato, assume un tono più pomposo e sfilacciato, con eventi fondamentali a livello storico che vengono trattati in maniera sin troppo superficiale per lasciare il segno. La struttura quasi episodica di ciò che ci viene proposto rende anche sconnessa e poco omogenea la lettura, con repentini cambi di scena che non aiutano ad immergersi a dovere in un racconto che avrebbe meritato uno sviluppo un pizzico più dilatato. Il che è un vero peccato, visto anche il pregresso di Miller e l’indubbio fascino dell’argomento trattato, con un Serse che finisce per rimanere sin troppo sullo sfondo, mentre gli eventi scorrono veloci, più simili ad un manuale di storia che non ad un racconto il cui fine ultimo dovrebbe essere quello di appassionare il lettore.

Anche l’aspetto visivo di Xerxes: La Caduta della Casa di Dario e l’Ascesa di Alessandro si sviluppa all’insegna di una dicotomia, alternando momenti sicuramente spettacolari ad altri che scorrono via senza colpo ferire. Lo stile è quello che conosciamo: tratti spigolosi, colori saturi (affidati ad Alex Sinclair), composizioni che sembrano esplodere sulla pagina. Ma qui Miller sembra esagerare. Alcune tavole sono potenti, altre sembrano bozzetti lasciati a metà. Il rosso e l’oro dominano, ma invece di evocare potenza e divinità, spesso confondono. È come se il comparto grafico volesse gridare epico a ogni pagina, ma finisse per stonare.

Xerxes: La Caduta della Casa di Dario e l’Ascesa di Alessandro è un fumetto che cerca di espandere l’universo di 300, ma finisce per perdersi nella sua stessa ambizione. Frank Miller rimane un autore iconico, che in questo caso specifico sembra però più intento a scolpire il proprio mito che a raccontare una storia coerente. E visto il materiale di partenza e l’universo narrativo in cui si colloca, è indubbio come le aspettative generali fossero decisamente molto più elevate. Parliamo, in definitiva, di un’opera indirizzata ai collezionisti e fan hardcore, più che a chi cerca una narrazione avvincente.