Comic Recensione

Little Monsters

di: Simone Cantini

Tra i protagonisti della letteratura horror/fantastica più abusati viene davvero difficile non considerare i vampiri, i letali non morti che rifuggono la luce del sole e bramano costantemente il sangue umano, meglio se di giovani fanciulle. Le loro storie sono state narrate nelle maniere più disparate, sin da quando Bram Stoker non portò su carta il principe della notte più famoso di sempre. E molteplici sono le declinazioni di queste peculiari ed affascinanti creature, che trovano la loro più recente incarnazione nei ragazzini protagonisti dell’ottimo Little Monsters, il nuovo lavoro firmato dalla coppia Jeff Lemire e Dustin Nguyen, edita alle nostre latitudini dai ragazzi di BAO Publishing.

Figli della notte

La notte è da sempre l’emblema della paura e dell’orrore, un grembo oscuro da cui i mostri e gli orrori prendono vita, pronti a divorare le anime di chi si muove sotto la luce del sole. Ed è proprio la notte l’habitat naturale di Romie, Blily, Yui ed i loro compagni, un gruppo di eterni ragazzini che vivono nei pressi di una diroccata città senza nome. Creature innocenti, a dispetto della loro natura mostruosa, perennemente in bilico tra spensierata sopravvivenza e divertimento, nell’attesa di veder tornare gli anziani partiti per andare chissà dove. Un loop apparentemente eterno che, però, finirà per sgretolarsi rapidamente nel giro di una manciata di ore, quando il loro immutabile mondo finirà per entrare in contatto con quella realtà da cui erano stati tenuti nascosti. Un cambiamento brutale e feroce, che porterà in superficie una natura tenuta sopita troppo a lungo, incarnata da una spasmodica e febbrile ricerca di sangue umano.

Evoluzione o morte?

Questa è l’essenza della sceneggiatura che Jeff Lemire ha imbastito per Little Monsters, un racconto che ci mostra una versione sicuramente originale e riuscita dei non morti dagli aguzzi canini, inizialmente lontani parenti delle loro incarnazioni più spietate e conosciute. Ed è nella loro fanciullesca innocenza, cristallizzata in un eterno presente dal primigeno morso che cambio le loro esistenze, che risiede la maggiore forza di questa storia di crescita e cambiamento. Ora dopo ora, i giovani protagonisti finiscono per divenire brutalmente adulti, non appena inizieranno ad essere contaminati dal mondo esterno, quasi come se fossero davvero ragazzini costretti a scendere crudelmente a patti con una realtà fatta di odio e violenza, in cui solo il più forte e determinato e destinato a sopravvivere.

Figli del buio nato dagli orrori di cui solo gli esseri umani adulti sono capaci, Billy e tutti gli altri nascondono al loro interno i semi di questa perversa corruzione, dalla quale solo i più forti riusciranno a fuggire, adattandosi alla nuova realtà senza tradire le proprie convinzioni.

Lemire, al netto di una durata temporale davvero ridotta del racconto, ha l’indubbio pregio di riuscire a lasciare il giusto spazio ad ognuno dei suoi protagonisti e alla cruda storia del loro passato. Ciascuna personalità emerge con prepotenza, al punto che viene davvero difficile circoscrivere l’importanza narrativa attorno ad uno sparuto gruppo di figure. Ed il merito di tutto ciò deve essere parimenti tributato alle matite di Dustin Nguyen, il cui stile nervoso ed essenziale ben si sposa con la diafana essenza del cast principale, così come con le sequenze più serrate e veloci, in cui le uniche tracce di vita, in maniera quasi ossimorica, sono da ritrovare nelle macchie rossastre del sangue, l’unico colore visibile sulle pagine.

Avvincente ed appassionante da leggere, quanto bello e spietato da lasciare scorrere tra le dita, Little Monsters ci proietta in un ipotetico futuro fatto di morte e cambiamento, in cui una peculiare declinazione del classico vampiro finisce per prendersi la scena dopo una esile manciata di tavole. Un racconto che scorre via veloce, come le ore narrative che ne costituiscono l’essenza, il lavoro firmato Lemire/Nguyen colpisce con violenza grazie ad un cast perfettamente in bolla, a cui si uniscono una scrittura efficace ed uno stile visivo calzante ed appropriato. Una storia di crescita e cambiamento repentino e spietato che, sotto l’alone di una sceneggiatura in bilico tra il fantastico ed il distopico, ha il pregio di costruire un intreccio avvincente e tristemente attuale in alcune delle sue sfaccettature, visto il modo in cui riesce a mettere al centro della scena istinti e bassezze dell’età adulta. E voi, avrete paura del cambiamento?