Cinema Recensione

Superman (James Gunn)

di: Andrea Campriani

Guarda in alto … è un uccello… è un aereo… è…

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Justice Gunn

Premetto anche nel titolo di Superman (nelle sale italiane dal 9 luglio 2025) mi preme indicare l’apporto determinante di James Gunn, e non solo come regista: è cosa nota che il nostro, dopo aver fatto la fortuna del MCU, è passato stabilmente alla concorrenza di casa DC, coordinando l’universo esteso finora di abomini, e ridirigendo per primo il ragazzone kryptoniano ma del Kansas (city).

Ormai da tempo, dall’affidamento del progetto al regista di culto formatosi con la leggendaria produzione filmica indie Troma di Lloyd Kaufman, i rumors si sono rincorsi e sono aumentati esponenzialmente con l’hype dal primo teaser.

David Corenswet veste i panni dell’uomo d’acciaio e quelli del suo “alter ego” Clark Kent, per citare il compianto David Carradine nei panni di Bill in Kill Bill (ndr e un pensiero anche all’indimenticabile Michael “Bud” Madsen); Rachael Brosnahan è Lois Lane, Nicholas Hoult è Lex Luthor, nemesi del nostro supereroe mantellato; Nathan Fillion è Guy Gardner/Lanterna Verde; Edi Gathegi è Mister Terrific, Kendra Saunders è Hawkgirl… tutta una serie di comprimari di livello sono il cast di una storia che ci racconta un supereroe già in carriera nella contemporaneità.

In Krypton, con Krypto, deKrypto

Direte ma sei evasivo, non hai scritto sinossi. Non ve ne è bisogno. Superman di per sè come personaggio che ormai su albi fumetti conta qualcosa come 87(!) anni di pubblicazioni, un numero altrettanto se non più considerevole di trasposizioni tra cinema, serie e animazione, insomma non ha certo bisogno di presentazioni. Lo sanno bene questo alla Warner-DC che a James Gunn a quanto pare hanno dato carta bianca, tant’è che il nostro film inizia in medias res, come ampiamente anticipato, col nostro protagonista anagraficamente giovane ma già in carriera con tanto di cane in affido, e come Superman ma anche come Clark Kent, giornalista del Daily Planet di Metropolis con capo e colleghi di redazione che già ben conosciamo:Lois Lane in primis non foss’altro perchè con Clark si frequenta anche fuori orario di lavoro o il richiestissimo Jimmy Olsen (Skyler Gisondo).

Il film ruota intorno all’ennesimo piano diabolico di Lex Luthor con un Nicholas Hoult nuovamente (basti pensare anche al suo splendido giovin Dr. Hank McCoy negli X-Men) in parte seppur si tratti di ben altro impegno per lui, ma è un professionista. Lui della recitazione, il suo personaggio del crimine.

Sappiate solo che la trama di Superman è semplice, ma ha anche richiami alla più stringente attualità, “geopolitica” (che vuol dire tutto e niente, diciamo relazioni internazionali) considerando che oltre alle Metropoli(s) inventate nell’universo DC ci sono anche Stati canaglia armati fino ai denti marci platinati (la Boravia), oppressi e inermi (il Jarhanpur) , e tutto volendo parte da una shitstorm, in un mondo di influencer e storditi vari ed eventuali troppo impegnati a farsi i selfie, a postare sui social o financo spulciare nel più dark dei web ma proprio nel senso di prenderlo dritto in c… (universo) tasca bucata di nero, da cui SuperM… ah, insomma dovremmo avere minimo tutti un dejavù collettivo da subito.

You’ll believe a man can fly again…

Ancora e ancora… perchè Superman di James Gunn è il migliore omaggio che si potesse fare a Mastro Richard Donner. Non fraintendetemi, oltre ad arrivare a 47 anni di distanza dai primi 2 gioielli girati praticamente in contemporanea da Donner (recuperateli categoricamente) con un cast irripetibile oggi ahinoi decimato a partire dall’indimenticabile Christopher Reeve, che è Superman e lo sarà per sempre, Margot Kidder, Gene Hackman che fece un irresistibile quanto fetente,canaglia Lex Luthor, un certo Marlon Brando come Jor-El, babbo biologico di Kal-El, per non parlare poi di Terence Stamp nel ruolo del Generale Zodd

Il parallelo è banalmente perchè è un film scritto e girato da un materiale di partenza oltremodo inflazionato e su cui sono stati compiuti scempi di ogni tipo, che non si prende quasi mai sul serio e questa è la forza di Gunn, ma quando lo fa proprio per questo lo fa al meglio non lesinando critica al mondaccio vero che viviamo, con il più potente dei metaumani, un alieno quale appunto Superman che risolve, si carica sul groppone non solo fisicamente, le sorti del mondo che l’ha accolto e che costantemente serve per proteggere da minacce di ogni tipo. Insomma, la sua forza è paradossalmente quella di essere umano, con le sue fragilità interiori, le paure, il bene diffuso, l’amore ricambiato per Lois e quello per i genitori adottivi “Pa” Jonathan (uno splendido Pruitt Taylor-Vince che non sfigura col personaggio reso da Glenn Ford nel 1978 e fa dimenticare Kevin Costner) e “Ma”Marta (Neva Howell) che con buona pace della bellerrima Diane Lane, stavolta fa anche più del suo col marito, nonchè il ricordo, diciamo sbiadito dei genitori naturali che sono una sorta di mcguffin, un espediente narrativo qui. Per non parlare del concetto di casa che assume plurimo valore nel film: la Fortezza della Solitudine, la fattoria dei Kent in Kansas, Metropolis, il mondo… ciascuno vissuto, popolato di chi Superman ha a cuore, dal primo all’ultimo.

Superman di James Gunn è questo e molto altro ancora. A mio avviso riconferma il talento forse più unico che raro di Gunn nel non farlo neanche sembrare un film corale, seppur il cast sia di fatto per l’ennesima volta in un suo film imponente e personaggi quali appunto Hawkgirl (non Hawkman), Mr Terrific e la Lanterna Verde Guy Gardner (non certo la più nota a livello di Corpo delle Lanterne per cui si attende scalpitanti la annunziata serie del nuovo DCEU) costituiscono già un gruppo e di loro una genialata, non solo per dialoghi, scene pazzesche di combattimento singolarmente e insieme, ma appunto perchè per l’ennesima volta Gunn non sfrutta personaggi giù ultrainflazionati, anzi, se possibile proprio i più misconosciuti e improbabili (in tal senso anche Krypto, tutta una serie di non umani, meta o meno, diciamo è emblematica) che si fanno subito adorare. Pur essendo una storia che rifugge spiegoni introducendo da subito personaggi mai visti prima in live action, descrive minuziosamente come non mai, anche a chi completamente a digiuno, i poteri e almeno un minimo background dei super, si pensi anche solo allo stesso Superman in quanto tale kryptoniano, un essere letteralmente solare, che ricarica la batteria col sole giallo del nostro sistema.

Superman come ho ribadito anche per altro tra generi, sottogeneri, filoni, non è un capolavoro, cosa che decreta il tempo, neanche un capodopera arrivando esimo come ribadito per quanto riguarda film su supereroi, forse neanche ad oggi il miglior film di James Gunn che, anche solo a livello di colonna sonora si riavvale di John Murphy che qui lavora di mestiere sui capolavori già composti dal M° John Williams, a differenza dei Guardiani dove la colonna sonora è determinante in tutta la trilogia, ma il film è di gran lunga quanto di meglio sul personaggio almeno dai tempi del vituperato Superman Returns di Bryan Singer e di conseguenza DC Warner insieme al Suicide Squad sempre di Gunn e Lego Batman. Un film da guardare e riguardare, adatto come forse niente altro a tutte le età, comprese le 2 scene post-credit che una volta tanto fanno storia a sè e si ride e ci si interisce ed emoziona manco a dirlo anche lì. Per l’ennesima volta grazie James Gunn, se riesci ultraclonati a martello (non di Boravia però).