Cinema Recensione

Shin Kamen Rider

di: Andy Reevieny

Cyborg, cyborg, cyborg…

Premessa oltremodo doverosa: è il 1971 e una leggenda del fumetto nipponico quale è Sensei Shōtarō Ishinomori, scomparso ahinoi anzitempo ormai oltre un quarto di secolo fa, l’infaticabile e poliedrico autore, tra gli altri, di Cyborg009

manga da cui saranno tratte serie di anime, fondendo magistralmente epica classica, sci-fi e spy story, si sbizzarrisce e crea anche una se non proprio la più celebre serie in live action nipponiche e non di sempre: Kamen Rider  (in occidente Masked Rider) che narra le gesta di un gruppo variegato di centauri insettiformi a loro volta resi cyborg e impegnati a sconfiggere Shocker, malvagia organizzazione che, nella peggior tradizione, mira a conquistare il mondo.

Il nuovo (shin) che avanza

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Facciamo un balzo temporale in avanti ai giorni nostri, nel 2023, con Shin Kamen rider di Sensei Hideaki Anno che si spera non abbia bisogno di presentazioni  in questa sede. Basti ricordarlo negli ultimi anni dietro ambiziosi rifacimenti in live action di classici intramontabili della cultura popolare nipponica quali Shin Godzilla del 2016 e Shin Ultraman del 2022, rispettivamente co-diretto e  diretto su sua sceneggiatura con e da Shinji  Higuchi, già suo collaboratore ai tempi del Gainax Studio per Nadia-il mistero della pietra azzurra.

Shin Kamen Rider o Shin Masked Rider nella versione internazionale, riporta ai giorni nostri la serie prodotta da Toei sui portentosi centauri insettiformi impegnati in una lotta senza quartiere per sgominare la Sustanaible Happiness Organization with Computational Knowledge Embedded Remodeling (acronimo per gli amici sempre Shocker, appunto), gruppo terroristico specializzato nella creazione di potenti esseri sintetici: Augmented.

Protagonista della vicenda, suo malgrado, è Takeshi Hongo, motociclista che viene rapito e mutato da Shocker in Cavalletta-Aug 01 per farne la sua più letale arma, coadiuvato da Ruriko Midorikawa, ex componente di Shocker pentita, con la sua problematica famigliola, per usare un eufemismo.

I nostri eroi poi stringeranno alleanza con una organizzazione governativa rappresentata da agenti senza nome e, soprattutto, con Hayato Ichimongi in arte Cavalletta-Aug 02 che qui, dopo un esordio come temibile antagonista di Takeshi, ne diventerà il più prezioso alleato nella lotta contro le forze del male di Shocker.

Prana terapia tapioca

Non solo nel titolo, Shin Kamen Rider apporta innovazioni alla storia originaria che riprende. Anzitutto qui si tratta non più di generici cyborg, ma di esseri sintetici più accostabili alla nuova carne di Cronenbergiana memoria (vd. La mosca), che traggono la loro forza, i loro poteri, dal Prana che è inteso materialmente oltre che misticamente come fonte di vita e, nel caso dei nostri, concentrato nella fibbia della cintura delle tute da centauri.

La storia di origini, ben presto si trasforma in una ideale staffetta, a rimarcare il concetto che un gruppo è molto più della somma dei singoli componenti (cit.)  e che quel che conta è il raggiungimento del risultato: proteggere la terra sconfiggendo il male, specie se subdolamente travestitosi da bene, con il nuovo (shin) appunto ancora una volta tema ricorrente nell’arte di Hideaki Anno.

Il film in questione, straconsigliato ad appassionati del filone e non, in Italia al momento disponibile solo sottotitolato on demand su Amazon Prime Video, è spettacolare, truculento, orrorifico, con una azione al fulmicotone, idee visive splendidamente riprese e rielaborate per farci immergere nella storia. Peccato solo non poterlo gustare anche al cinema, per cui è pensato, pur avendo avuto almeno in patria risultati lusinghieri al botteghino, ma non finisce qui.

つづく