Cinema Recensione

Joker: Folie à Deux

di: Andy Reevieny

Va bene, siamo ormai in autunno, oltre a funghi, castagne, olio e vini novi, anche qui nel Granducato è prossima l’edizione del Comics&Games, però siamo nel 2024, vi pare che per l’ennesima volta proliferino i soliti cosplay? Ehm.

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Follie a 2 a 2

Effettivamente questa breve introduzione non lascia presagire una recensione entusiastica diciamo, ma non abbiate fretta: è solo l’inizio e può solo peggiorare per rimanere coerenti col titolo. Andiamo con ordine. Dopo mesi, al massimo anni (cit.) 5 per la precisione dal Joker del 2019, dopo un passaggio alla Mostra del Cinema di Venezia il 4 settembre scorso, il 4 ottobre 2024 esce Joker: Folie à Deuxsempre diretto da Todd Phillips con Joaquin Phoenix che torna a rivestire i panni di Arthur Fleck che nel primo lungometraggio degenera fino appunto a diventare il Joker, o per meglio dire una versione del Joker DC Comics,  in questo ennesimo multiverso a sè creato per la sala.

Stavolta viene affiancato da Lady Gaga Germanotta nei panni della compagna/complice classica Harleen Lee Quinzel/Harley Quinn, e nel cast troviamo anche volti noti come la bella e brava Catherine Keener nel ruolo della Avvocatessa diciamo pro bono e pro tempore del nostro Fleck e tra le guardie carcerarie il mitico Brendan Gleeson che risegnalo, tra gli altri qui . La sinossi vede il nostro Arthur già al gabbio per i fatti commessi nel primo film, tra vita dietro le sbarre, secondini assecondanti fino a un certo punto, mini e maxi processi anche alle intenzioni e, come preannunziato: musical.

Il mammut nel magazzino Obluravski

Parafrasando anche il noto marchio che inizia con S e finisce con warovski del proverbiale elefante nella cristalleria di cui anche e forse ancor più in Joker: Folie à Deux si sente l’alone, se non proprio la mancanza. Un indizio: si tratta di un multimiliardario orfano di entrambi i genitori, che ha un guardaroba particolarmente scuro, dei seminterrati volutamente non disinfestati da topi con le ali e un solo maggiordomo tuttofare per badare al maniero.

In questo Joker 2, ambientato nel 1983 sempre a Gotham City dopo i fatti del primo film cronologicamente svoltisi nel 1981 (ndr mio millesimo, manco a farlo apposta), nel manicomio criminale/prigione di Arkham con oltre alla summenzionata co-protagonista Harley Quinn, abbiamo anche un certo procuratore distrettuale che di cognome fa Dent, ma regista, cast, dal primo film dove il Dr. Thomas Wayne, già babbo del summenzionato appare, figliolo Bruce a “casetta” compresa, aggirano l’ostacolo della trasposizione reclamando l’autorialità della operazione. Ribadisco, stavolta con l’aggiunta di balletti e canzoni…all’improvviso l’incoscienza. E sia, continuiamo a stare al giuoco.

Cui prodest?

A chi giova, senza scomodare Seneca e i classici veri? Intendiamoci, scrive qui, qualora non fosse ancora chiaro, un lettore e notoriamente appassionato del filone mutante-supereoristico-vigilantes mascherati e non in cui rientra appunto il Cavaliere Oscuro di Gotham City e della relativa lore, per cui dall’esordio editoriale su Detective Comics, Joker ha rappresentato la nemesi, negli anni colui che lo completa (compreso il geniale Lego Batman), o quantomeno chi fornisce uno scopo, con la sua pazzia, per essere fermato se non da un vigilantes, dalla giustizia. Questo non implica certo che ci debba essere Bruce Wayne/Batman in presenza ma che si possa rendere con espedienti efficaci a mio avviso, a differenza di questo, in esperiementi perfettamente riusciti anche in tempi recenti (vd. la serie in corso su HBO qui in Italia Sky The Penguin spin-off di The Batman di Matt Reeves del 2022, de facto una serie crime in piena regola). Joker è un personaggio ormai oltremodo inflazionato da oltre 80 anni. Jack Nicholson, con buona pace degli altri attori che hanno interpretato il personaggio nel tempo (a partire dal compianto Heath Ledger), nel gioiello Batman del 1989 di Mastro Tim Burton, ne ha reso ad oggi per me di gran lunga la versione più iconica al cinema, semplicemente come ex gangster sfigurato, impazzito e diventato per sua stessa ammissione artista del crimine. Questa è un’idea che rende sul grande schermo, corroborata dalle invenzioni visive geniali di Burton&crew, un cast pazzesco e tutto in parte, in un noir per ambientazione, in generale però un film fantastico dove si è da subito immersi in un mondo che non ha mai e poi mai la pretesa di essere neanche verosimile, ed è perfetto così.

Joker: Folie à Deux , dopo il primo film che ha sbancato al botteghino di cui personalmente non mi ritengo entusiasta, pur riconoscendone una buona messa in scena, fotografia in primis, con la scrittura del tutto o quasi debitrice a quella di maestri veri come Paul Schrader e Martin Scorsese per capolavori eterni quali Taxi Driver e Re per una Notte su tutti, mette se possibile ancora più carne al fuoco. Ho anticipato, anzi gli spoiler da mesi lo hanno fatto, che si trattasse di un musical, genere cui, da strimpellatore, sono oltremodo esigente, col risultato di considerare al cinema solo oramai capidopera e capisaldi riconosciuti  composti da geni specializzati quali i M° Sir Andrew Lloyd Webber, Leonard Bernstein e poco più. Il comparto musicale è infatti qui scialbo, per lo più caratterizzato da una playlist di brani di terze parti più o meno noti, in cui giusto Lady Gaga rende e vorrei vedere essendo quello il suo mestiere (anzi, ribadisco, si riconcentrasse solo sul fare la cantante che le riesce), meno Phoenix che invece è ulteriormente sopra le righe nel personaggio per definire una psicosi senza fine dal primo film e neppure un grande, anche valido musicista come Brendan Gleeson, può miracoli.

121 minuti del primo Joker erano già fin troppi per il sottoscritto, figurarsi i 138 minuti di Joker: Folie à Deux appesantiti quasi sempre inutilmente da canzoni e balletti di questo secondo film da un regista come Phillips che, ricordo, prima del 2019 era quello di Una Notte da Leoni, Trafficanti, Parto col Folle, tralasciando il film di venti anni fa con Stiller e Wilson su Starsky&Hutch, insomma, un regista di puro genere, prevalentemente commedia, non tutte dello stesso livello, ma in generale interessanti, divertenti, con casting azzeccati. Tanti hanno conosciuto uno dei migliori attori della sua generazione quale è Joaquin Phoenix proprio con Joker e questo va bene purchè non ci si fermi a questo perchè altrimenti ci si perdono titoli di ben altro spessore quali ad es. Her di Spike Jonze, The Master, Vizio di Forma di P.T. Anderson se non anche il più recente Beau ha paura di Ari Aster,  giusto per citare i primi che mi sovvengono, dove si possono ammirare a pieno le doti recitative del nostro magnificate da alcuni dei migliori cineasti in circolazione. Se il primo Joker  merita per me tutto sommato una sufficienza piena quantomeno oltre al clamoroso successo al botteghino, questo seguito, oltremodo pretenzioso ma che non ha guizzi, non porta da alcuna parte, anche a livello di incassi, registrando al momento un flop che potrebbe essere clamoroso. In definitiva: andate in sala se proprio non potete fare a meno di guardare Joker: Folie à Deux, ma doverosamente avendo già guardato il pregresso e consapevoli che, salvo eccezioni, adesso due titoli del genere se non ci fossero di mezzo personaggi iconici come Joker appunto e la stessa Harley Quinn, in diversi non li considerereste neanche. C’è sempre tanto altro da guardare su Joker, prima, dopo e durante, non temete, senza spostarsi dal filone, compresa l’animazione.