Cinema Recensione

Itaca. Il ritorno

di: Andrea Campriani

“Narrami, o Musa, dell’eroe multiforme, che tanto vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia: di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, molti dolori patì sul mare nell’animo suo, per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.”

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Epilogo

Non è un refuso e non ho messo una citazione altisonante tanto per, stavolta non si parte nemmeno dal prologo, dall’inizio, ma appunto dalla parte finale di una delle opere più imprescindibili dell’umanità dacchè esiste come tale: l’Odissea di Omero è infatti il soggetto de Itaca. Il ritorno diretto da Uberto Pasolini (non parente di PierPaolo, bensì addirittura di Luchino Visconti e Carlo Ponti).

Protagonisti un sempre più monumentale dopo quel filmone che è Conclave di Ralph Fiennes nel ruolo di Odisseo (Ulisse in occidente), Sovrano di Itaca partito col suo esercito per la guerra di Troia (narrata ne l’Iiade di Omero) vinta ma a prezzo delle vite dei suoi soldati, ormai da anni dato prima per disperso e poi per morto dalla sua famiglia rimasta sul suolo natio composta dalla moglie Penelope, una sempre impeccabile Juliette Binoche, il figlio Telemaco (Charlie Plummer), la madre addolorata Euriclea (Angela Molina) e un esercito di Proci usurpatori, il capo dei quali Antinoo (Marwan Kenzari) insidia Penelope. Il Re però è tornato.

Tessere di filata

Voglio dare come non mai per scontato il fatto che si conosca almeno per sommi capi la trama, perchè stavolta, non mi stanco di ribadirlo, non si tratta semplicemente di uno se non il più grande poema epico mai scritto, cardine stesso della cultura classica arrivata in tutto il mondo allora e poi conosciuto, ma di un’opera che più in generale ancora racconta come poco altro il genere umano, sviscerando temi universali e sempiterni come la guerra, la pace, la morte, la vita, l’amore, l’amicizia, la lealtà, il viaggio, casa… insomma qui c’è tutto quel che ciascuno di noi conosce e verosimilmente sperimenta in prima persona.

In questo un cast multietnico e composito costituito da individualità di prim’ordine come le summenzionate, il tutto in location perfette e con la colonna sonora de la sempre ineccepibile M° Rachel Portman a commento di scene che sono l’epica stessa (ndr se non vi bastasse questa sontuosa e soave colonna sonora suggerisco a maggior ragione Ulisse concept album che segnò nel 1997 il ritorno di PFM in line-up storica dopo una decina d’anni di pausa;

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The Odyssey dei Symphony X altro concept album ad hoc sull’epica, sempre con lo stream of consciusness ©™® James Joyce autore anche egli di un Ulisse che è storia letteraria ).

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Itaca. Il ritorno si apre proprio con Odisseo, nudo come un verme, esanime, che naufraga sul suolo natio appunto, e da lì in poi parte la sua ri-ascesa al trono, o meglio la sua catarsi nel senso più proprio in cui dovrà espiare le colpe di cui si è macchiato inevitabilmente in guerra, riconquistando anche la fiducia della sua famiglia, non solo la donna amata Penelope che disfa e ricomincia la tela in attesa del suo sposo, ma del figlio Telemaco che non riesce da solo a far fronte agli usurpatori e di un popolo di uomini liberi divenuti schiavi, incapaci di ribellarsi, tra cui troviamo un convincente Claudio Santamaria nel ruolo di Eumeo.

Ulisse – il piacere della riscoperta

Io spero vivamente non ci sia bisogno ulteriore di ribadire l’importanza e l’immortalità del testo di partenza da rileggere periodicamente, ma probabilmente neanche che siamo in presenza di un gran film, con un cast in parte, che con mestiere ineccepibile umilia produzioni ben più pompate e dal budget faraonico (ogni riferimento a nefandezze a la Il Gladiatore II  è fortemente voluto) riescono a farci immergere in una storia di secoli e secoli fa ma veramente senza tempo per come e ciò di cui tratta.

Ci sono giocoforza differenze con l’originale di Omero per un film che non dura neanche due ore (su tutto oltre agli dei qui assenti se non come natura, il ruolo di Laerte, padre di Odisseo e nonno di Telemaco), ma a parer mio rendono la narrazione ancora più spedita e scene di impatto emotivo unico, concentrandosi sui rapporti umani come ad es. la scena del reincontro tra Odisseo e il cane Argo, fedele compagno che crede fino all’ultimo nel ritorno del Re come nessun altro, scena che non può non commuovere per intensità. L’edizione italiana vede Massimo Lopez su Fiennes e Alessandra Korompay sulla Binoche perfettamente in parte, come anche Emiliano Coltorti su Antinoo. Non si spoilera alcunchè in questi casi neanche volendo, ma non esitate se ancora avete nel cinema a voi più vicino Itaca. Il ritorno; magari lo sarà quella di Christopher Nolan che a sua volta ha annunciato il suo oltremodo ennesimo ambizioso progetto di trasporre in film appunto l’opera immortale di Omero,ma la vostra non sarà un’ Odissea.