Cinema Recensione

DIABOLIK chi sei?

Da Mario Bava alla trilogia dei Manetti Bros

di: Andy Reevieny

In occasione dell’uscita al cinema di Diabolik chi sei? sempre diretto da Antonio e Marco Manetti, ripercorriamo la storia e le gesta del Re del terrore su grande schermo.

Diabolik, chi era costui?

Un minimo di doveroso excursus storico, siamo nel 1962 e con l’albo a fumetti Il Re del terrore le sorelle Angela e Luciana Giussani creano un personaggio a fumetti di un criminale imprendibile, geniale quanto spietato, destinato a diventare iconico: Diabolik.

Nel 1968, in piena rivoluzione giovanile, sei anni dopo quel folgorante esordio editoriale, il Maestro Mario Bava dirige quel che si può considerare quantomeno uno dei primi cinefumetti come li intendiamo oggi a livello mondiale: Diabolik, con John Phillip Law, Marisa Mell, Adolfo Celi, tra gli altri, e le musiche del M° Ennio Morricone. Un gioiello, fuori scala senza esagerare, come del resto tutta la filmografia di Bava, ancora moderno a oltre un secolo di distanza, con una messa in scena ipnoticamente ammaliante, seppur girato interamente con fx anologici e a budget contenuto, ma che dal fumetto delle sorelle Giussani riprende giusto i caratteri principali per creare una storia ad hoc per il cinema.

Diabolik in Manetti (Bros.)

Passano 53 anni e almeno un paio di (de)generazioni di mezzo. Il mondo, l’Italia ahinoi in particolar modo è ancora alle prese con la pandemia che, tra le altre cose, ritarda l’uscita di questo film di un anno.

A fine 2021 esce dunque Diabolik diretto da due già noti fratelli cineasti quali Antonio e Marco Manetti, ancora anagraficamente giovani ma con una filmografia ormai importante tra cinema (due titoli loro su tutti da recuperare assolutamente, cioè i recenti Song’e Napule nonchè Ammore e malavita, veri gioielli con a base il musical, oltretutto neomelodico)  e tv (la serie cult Rai ormai in onda da quasi venti anni L’ispettore Coliandro, dal personaggio nato dalla penna di Carlo Lucarelli). Una costante e punto di forza saranno sempre le colonne sonore originali di Pivio&Aldo De Scalzi, da recuperare assolutamente.

Diabolik non è dunque neanche un reboot come si dice in gergo, quanto appunto l’avvio di quella che ormai possiamo considerare una trilogia che riprende gli albori del nostro (vd. su tutti L’arresto di Diabolik), una origin story, insomma.

Protagonisti sono Luca Marinelli nel ruolo di Diabolik, Miriam Leone (Eva Kant), Valerio Mastandrea (Isp. Ginko), cui ruotano attorno tutta una serie di comprimari funzionali alla storia che fa incontrare il criminale Diabolik con la bellissima Eva Kant moglie di un riccone, passando attraverso una storia di ricatti e intrighi, politici e non solo e le immancabili rapine,evasioni ed omicidi.

Il migliore dei 3 film dei fratelli Manetti a parere di chi scrive. Seppur non esente  da difetti, si tratta di un film molto buono, ossequioso del materiale che traspone, ricco di azione con una meticolosa ricostruzione 60ies, seppur nelle località di finzione in cui è ambientato Diabolik (Clerville, Ghenf…), interpretazioni convincenti dei singoli, gran colonna sonora.

Ginko all’attacco (di fame)

Anno nuovo, vita nuova, o quantomeno film nuovo in questo caso perchè a fine 2022 esce Diabolik – Ginko all’attacco. L’ottimo Luca Marinelli, tra i migliori attori nostrani della sua, anche mia, quindi nostra, generazione (da recuperare assolutamente con lui oltre al celebre Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, soprattutto Non essere cattivo del compianto Maestro Claudio Caligari), viene sostituito dal oriundo Giacomo Gianniotti reduce dall’esperienza di Grey’s anatomy, e  la differenza recitativa si vede e vedrà eccome. In negativo.

Il film, come da titolo, vede sugli scudi la nemesi di Diabolik, l’ Ispettore Ginko, sempre interpretato dall’ottimo Valerio Mastandrea, da qui in poi con tanto di love story con la splendida nobildonna Altea di Vallenberg, intepretata dalla sempre più bella, quanto diversamente dotata recitativamente, Monica Bellucci.

Messa in scena sempre curata, una colonna sonora ancora migliore della già ottima nel primo film sempre ad opera di Pivio&De Scalzi, non fanno però elevare il film oltre ad una sufficienza piena.

Diabolik chi sei? Un fiorino. (par.)

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E arriviamo ai giorni nostri, in questa fine di 2023 esce, annunciato, l’ultimo dei film della serie diretti dai Manetti Bros. Diabolik chi sei?

Ancora non lo avete capito? Procediamo per esclusione: Walter Dorian che viene presentato nel primo film come identità segreta di Diabolik, è solo un espediente. La storia qui molto più semplicemente ruota intorno ad una banda di ladri di banche nonchè assassini che semina il panico a Clerville e che finirà col coinvolgere sia Diabolik che Ginko e le relative compagne. In vena di confessioni si disveleranno i rispettivi passati, con tanto di memorie in b/n.

Stavolta la sempre buona messa in scena dei Manetti, spostatasi verso i 70ies, l’ottima colonna sonora di Pivio&De Scalzi che si avvalgono dei grandiosi colleghi Calibro 35 specializzati in rivisitazioni, con tanto di featuring d’eccezione quali quello di Alan Sorrenti, non salvano un film che si fatica a portare alla fine, non tanto per la trama quanto mai telefonata, quanto per la stanchezza generale che si avverte nei protagonisti, senza contare la cagnara recitativa di più comprimari summenzionati e non ad eccezione giusto di Mastandrea, di Pier Giorgio Bellocchio e poco più.

Dispiace veramente scriverlo, e per il talento dei registi, e per la loro passione indiscutibile non solo per la settima arte ma, in questo caso per la materia di origine, di culto per molti compreso il sottoscritto, c’erano tutte le premesse per chiudere comunque in gloria, e invece si è preferito trascinarsi fin qui.

Ad ogni modo Manetti e Mainetti su tutti hanno dimostrato che il filone (parlare di genere è improprio) del cosìddetto cinefumetto, si può e si deve fare anche qui in Italia, senza budget faraonici, ma con solide basi e talenti in scrittura quali Nicola Guaglianone giusto per citare un nome. Non fermiamoci. Le maschere, le pugnalate alla schiena, i sotterfugi, gli intrighi… lasciamoli a fumetti e film.